IL CASO PETRELLA. L’estradizione negata.

IL CASO PETRELLA. L’estradizione negata.

  • 13 Ottobre 2008

COMUNICATO del 13 ottobre 2008

IL CASO PETRELLA. L’estradizione negata.

Apprendiamo dai media la decisione del presidente francese Sarkozy di rimettere in libertà Marina Petrella, negandone l’estradizione in Italia, richiesta dalla magistratura per i reati di omicidi , sequestri di persona, rapine ecc… da Lei commessi nel nostro paese e per i quali le è stata comminata dalla giustizia italiana la condanna definitiva all’ergastolo. A detta condanna la Petrella si è sottratta riparando in Francia nel 1992 ove poté godere per lunghi anni del “diritto di asilo quale rifugiato politico”, il famigerato teorema Mitterand, fruendo così della piena immunità per i gravissimi delitti commessi.
L’Associazione esprime la più profonda indignazione per questa ennesima ingiustizia che ha cancellato con un colpo di spugna omicidi e sequestri, ferendo ulteriormente il popolo italiano, le vittime ed i loro familiari che hanno subito la cieca e sanguinaria violenza del terrorismo .
Ma anche come cittadini italiani ci risultano incomprensibili le motivazioni che hanno indotto il Presidente francese ad arrogarsi, di fatto, IL POTERE DI GRAZIA per reati gravissimi commessi da un cittadino italiano in Italia. La situazione prospettata viola lo stato di diritto del nostro paese, in quanto è sottratta alla stretta competenza della giustizia italiana : le autorità francesi dovevano comunque concedere l’estradizione, ben sapendo che l’eventuale grazia, qualora ne sussistano i presupposti, è di esclusiva competenza del Presidente della Repubblica italiana, tanto che il Presidente Sarkozy, con modalità irrituale, l’aveva chiesta, l’estate scorsa, allo stesso Napolitano tramite la Presidenza del Consiglio Italiano.
Tale decisione francese appare ancor più grave in quanto siamo nell’ambito dell’Unione Europea.
Ci chiediamo, ma chiediamo anche ai cittadini francesi quale sarebbe la loro reazione qualora un loro connazionale che avesse commesso in Francia gli stessi reati di cui si è macchiata la Petrella, potesse godere della piena immunità nel nostro paese.
La decisione francese è stata giustificata per motivi umanitari : le precarie condizioni di salute della Petrella.
L’Associazione ribadisce che si sarebbe dovuto, da parte francese, dar corso comunque alla giustizia autorizzandone l’estradizione in Italia ove, previ i necessari accertamenti sulla veridicità della malattia e sulla compatibilità con il regime carcerario, potrebbe essere curata avvalendosi di una consolidata assistenza medica di primissimo ordine, diritto alla salute costituzionalmente protetto senza alcuna esclusione. Al riguardo pare necessario sottolineare come, all’epoca degli attentati terroristici italiani a cui ha concorso la Petrella, le vittime ed i loro familiari non abbiano potuto usufruire delle cure mediche per le patologie psichiatriche e psicologiche di cui risulterebbe affetta la Petrella e di cui sono state sicuramente afflitte le sue vittime.
LASCINO LE AUTORITA’ FRANCESI LA QUESTIONE ALLA ESCLUSIVA COMPETENZA DELLE ISTITUZIONI E DELLA GIUSTIZIA ITALIANA: IN TERMINI DI RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI NON ABBIAMO NULLA DA IMPARARE DA ALTRI PAESI. LA FRANCIA ABBANDONI LA TUTELA DEI TERRORISTI.
Come già indicato nel nostro precedente comunicato dell’11 settembre scorso sullo stesso caso, non possiamo far altro – scevri da qualsiasi desiderio di vendetta – che invitare i competenti organi italiani ad esperire presso le autorità francesi tutte le necessarie iniziative per richiedere il rispetto delle convenzioni bilaterali e/o dell’Unione Europea in materia di giustizia affinché la improvvida decisione sia ritirata e venga ristabilito il pieno rispetto dello stato di diritto italiano.

Torino, 13 ottobre 2008

AIVITER
Associazione italiana Vittime del terrorismo e dell’ Eversione contro l’ordinamento costituzionale dello Stato

-> leggi il testo di precisazione dei rapporti con Bruno Berardi e l’Associazione Domus Civitas

 

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