Comunicato sulla vicenda Piancone

Comunicato sulla vicenda Piancone

  • 4 Ottobre 2007

Sulla vicenda del brigatista Cristoforo Piancone, in carcere di notte e in libertà di giorno, l’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo precisa quanto segue.
Il terrorista in semi libertà non è stato condannato ad un ergastolo, come pubblicato su molti quotidiani, ma a 6 ergastoli. Questo precisazione non per un mero calcolo di pendenze giudiziarie, ma per indicare e ricordare all’opinione pubblica la scia di morte, lacrime e sangue lasciata dalla sua sciagurata militanza, mai rinnegata.
Anche in questo caso lo Stato, attraverso le sue strutture rappresentative, si è dimostrato padre corretto e premuroso nei confronti di un assassino, che ha potuto godere delle previdenze di legge, di cure, di assistenza fino all’assegnazione di un alloggio privilegiato in regime di semi libertà. Lo stesso Stato è invece patrigno nei confronti delle vittime. Queste ultime, infatti, hanno sempre dovuto avventurarsi lungo un percorso di difficile riconoscimento dei propri diritti, di umilianti trafile burocratiche per ottenere assistenza sanitaria e risarcimenti, a fronte di ampi e pubblici riconoscimenti verbali.
Il caso Piancone, al di là delle sue contingenze, ricorda all’opinione pubblica e al mondo politico che il passato trova purtroppo modo di riproporsi e che gli ex terroristi non diventano mai ex assassini. Non pochi sono occupati direttamente in organismi pubblici o ad essi collegati, cosicché proprio quelle istituzioni che furono oggetto del loro odio e della loro volontà di distruzione ora li accolgono. Per alcuni che non hanno mai rinnegato le loro idee, s’è compiuta un’esemplare carriera: da terroristi, ad uccisori, a maître à penser che trasmettono ai giovani il loro pensiero, spesso con l’aiuto di istituzioni pagate dalla collettività.

L’associazione Italiana Vittime del Terrorismo

 

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