“Errore aver candidato la moglie di D’Elia”

“Errore aver candidato la moglie di D’Elia”

  • 23 Gennaio 2017

• da La Repubblica del 18 marzo 2008, pag. 15

di Micol Lavinia Lundari

Le loro richieste «sono le stesse di sempre». Le ripropongono alla vigilia di nuove elezioni perché si trasformino in proposte di legge. Ma soprattutto in «cose concrete». L’Unione vittime per le stragi e l’Associazione italiana vittime del terrorismo stilano un programma di dieci punti da sottoporre ai candidati parlamentari. E assicurano: «Renderemo noto ai cittadini il nome di chi lo sottoscriverà». Intanto polemizzano sulla candidatura della moglie di Sergio D’Elia, ex Prima Linea, messa in lista dal Pd in Basilicata. «Speriamo proprio che non venga eletta» taglia corto il presidente Paolo Bolognesi. Abolizione del segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo, attuazione completa della legge 206 sui risarcimenti, istituzione del reato di depistaggio e una modifica della legge sul «giusto processo» che preveda anche la tutela delle vittime di reato, segnali precisi nei programmi elettorali contro la mafia: temi per i quali le due associazioni si sono battute per anni, salvo constatare troppe volte che le proposte di legge avanzate da esponenti di destra e sinistra si sono arenate in Parlamento. E per evitare che questo accada di nuovo il presidente dell’Unione vittime per stragi, Bolognesi, ribadisce: «Non ci si può liberare dell’impegno assunto nel momento in cui si presentano le leggi. Sono anni che le leggi rimangono ferme alla Camera e al Senato. Voglio un impegno fattivo». E pretende anche un esame di coscienza a fine mandato: «Se la legge non passa per i politici dev’essere uno smacco».

Un discorso schietto, pronunciato ieri a Bologna. Ad ascoltarlo solo candidati del centrosinistra, nessun esponente del centrodestra: «Un rammarico» per Katia Zanotti della Sinistra Arcobaleno, «anche perché in Parlamento siamo riusciti a lavorare con una certa trasversalità». I rappresentanti del Pd assicurano il loro impegno, ricordando anche, come fa il senatore Walter Vitali, i successi raggiunti nell’ultima legislatura: «La riforma dei servizi segreti, presentata nel 1984 e diventata legge in luglio, e l’istituzione della giornata della memoria del 9 maggio», anniversario del ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani.

Segnali importanti, ma è ancora poco, secondo le due associazioni. Troppo poco, a trent’anni dalle stragi che insanguinarono il nostro Paese. Le associazioni delle vittime chiedono un impegno forte e condannano, allo stesso tempo, un nome iscritto nelle liste. Si tratta di Elisabetta Zamparutti, che correrà per il Pd in Basilicata: è la moglie di D’Elia, ex esponente di Prima linea e che nella scorsa legislatura, eletto con la Rosa nel pugno, è stato segretario alla presidenza di Monteci­torio. «Le colpe dei mariti non devono ricadere sulle mogli — precisa Giovanni Berardi, presidente dell’Associazione italiana vittime del terrorismo — ma siamo contrari alla sua candidatu­ra per una questione di opportunità: il terrorismo non è finito, come dice lei, per il ruolo dei dissociati, ma perché la società l’ha espulso».

 

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