Incontro RAN a Roma. L’intervento del Presidente Aiviter

Incontro RAN a Roma. L’intervento del Presidente Aiviter

  • 16 Ottobre 2013

La Rete europea di consapevolezza al problema della radicalizzazione (RAN) istituita dalla Commissione Europea

Intervento del Presidente Aiviter a Roma, Università di Tor Vergata, 16 ottobre 2013

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Rivolgo il mio saluto cordiale ai convenuti per questo secondo giorno dell’ incontro organizzato dal gruppo di lavoro della rete RAN.
Vorrei aggiungere un particolare saluto e ringraziamento al Prof. Alessandro Orsini, la cui Università ospita questo evento, e con il quale la nostra Associazione ha instaurato una proficua collaborazione da due anni, da quando cioè nel novembre del 2011 organizzammo a Torino l’incontro dedicato al tema delle: “Narrazioni contro il terrore. La voce delle vittime europee del terrorismo: problemi e sfide”, nel quadro della attività di un’altra rete europea di lavoro, promossa come l’attuale dalla Commissione: quella delle Associazioni delle Vittime del Terrorismo (NAVT).
Nella predetta occasione affrontammo un tema già particolarmente affine a quello che stiamo trattando con modalità più dettagliate nelle attuali due giornate di lavoro. Allora, ebbi modo di sottolineare come le vittime del terrorismo, anche quelle del XX secolo dimenticate da tutti per decenni, avessero negli ultimi tempi assunto, man mano, un valore e un ruolo nuovi. Dissi che erano state come “riscoperte”. Riscoperte da giornalisti intelligenti, dai figli e dalle figlie stesse delle vittime che avevano preso in mano la penna, e in alcuni casi anche la telecamera, come Luca Tarantelli, e da studiosi che ne hanno fatto e ne fanno oggetto delle loro ricerche. Alcuni di loro li abbiamo sentiti con interesse ed interrogati nella seduta di ieri pomeriggio.
Il terrorismo, con gli attacchi dell’11 settembre 2001, le cui vittime come Associazione abbiamo avuto l’onore di celebrare a New York su invito del Dipartimento di Stato USA per il 10° anniversario in occasione del lancio del Global Counter Terrorism Forum, è passato dalla dimensione locale nazionale al contesto di un mondo ormai completamente interconnesso e globalizzato. Questo ha determinato un approfondimento di studi, di analisi, di politiche e di strategie per la prevenzione e il contrasto del grave fenomeno del terrorismo che si è riconosciuto debba essere necessariamente combattuto anche in termini culturali ed educativi. Dal nostro punto di vista, soprattutto sul terreno della prevenzione verso gli studenti e i giovani a rischio di restare coinvolti in pericolosi percorsi di radicalizzazione violenta. Verso di loro, le giovani generazioni, va quindi indirizzata la testimonianza delle vittime del terrorismo, in qualunque forma veicolata.
L’attività della RAN di studiare, analizzare e proporre, a livello di politiche europee, i modi migliori per questa attività di diffusione delle nostre storie, non può che essere da noi apprezzata ed incoraggiata. Per quanto ci riguarda, penso che il nostro impegno, quando raccontiamo le tragiche vicende che abbiamo vissuto, debba tenere in considerazione due fronti: uno rivolto al passato, come avvenuto fino ad oggi, con la finalità di salvaguardare la memoria degli eventi e dei nostri cari duramente colpiti; l’altro, rivolto al futuro, con la modalità consapevole di essere testimoni morali, investiti di un delicato e importante compito educativo e preventivo.
Investire noi vittime di questo ruolo attivo che guarda anche avanti, al futuro, alla prevenzione del ripetersi di fatti tragici, necessita però di condizioni culturale e sociali favorevoli. È quindi una precondizione – per le politiche locali, nazionali ed europee – quella di garantire alle singole vittime tutti gli aiuti sanitari e psicologici di cui hanno bisogno, e tutte le altre forme di sostegno sociale che possano soddisfare le loro esigenze, in modo che siano socialmente riconosciute e valorizzate come attori autorevoli, quando inseriscono la loro parola nel discorso pubblico.
Ho terminato e sono lieto che tocchi a me cedere il microfono a Paolo Bolognesi, Presidente dell’Unione Vittime per stragi, grande esperto delle condizioni delle vittime e delle politiche nazionali che dovrebbero favorirle, come ampiamente dimostrato nei lunghi anni di comuni battaglie condotte con la nostra Associazione per il riconoscimento delle loro legittime aspettative. Ora che, da qualche mese, siede sui banchi del Parlamento italiano, ci auguriamo possa ancora più efficacemente contribuire anche a quei necessari miglioramenti che da troppo tempo continuiamo a perseguire senza concreti risultati.
Grazie!

Dante Notaristefano

-> Intervento del Sottosegretario del MIUR, Gian Luca Galletti a Roma, Università di Tor Vergata, 15 ottobre 2013

 

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