Intervento del Vicepresidente Enrico Boffa alla Conferenza di Madrid

Intervento del Vicepresidente Enrico Boffa alla Conferenza di Madrid

  • 28 Giugno 2011

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L’AZIONE DELLE VITTIME IN ITALIA PER LA SCONFITTA DEL TERRORISMO: RISULTATI E NUOVE SFIDE

1. Gli anni di piombo. Viene cosi comunemente definito il periodo storico dal 1969 al 1985. Riferiamo alcuni dati essenziali per capire il fenomeno. In quel periodo ci furono in Italia 14.615 attentati che causarono 428 morti e 2.000 feriti circa. 197 persone furono uccise in attentati individuali, 135 furono vittime di stragi, 58 morirono per atti di terrorismo internazionale, 38 furono vittime della violenza politica (dati forniti dalla Regione Piemonte in un comunicato stampa del 9 maggio 2011).
All’inizio ci fu la strage di Milano, alla Banca dell’Agricoltura (dicembre 1969). Poi iniziò la presenza e lo sviluppo dei terroristi di sinistra detti “Brigate Rosse” (in seguito BR). Essi iniziarono con alcuni ferimenti e uccisioni “ occasionali ”.
Iniziarono poi la stagione dei rapimenti firmati e rivendicati (1973-1975): il magistrato Mario Sossi (di Genova), il sindacalista di destra Bruno Labate (Torino) e il Cavaliere Ettore Amerio, Direttore Centrale del Personale del Gruppo FIAT (Torino), tutti poi liberati, ma furono azioni già di forte impatto mediatico.
Verso la fine del 1975 iniziarono la stagione dei ferimenti programmati e rivendicati, le cosiddette “gambizzazioni”. Iniziarono con tre ferimenti di direttori del Personale di Aziende ben conosciute, nel giro di una settimana. Il primo operava in una multinazionale presso Torino, poi uno di Milano e uno di Genova. Seguirono – dopo alcuni mesi – le gambizzazioni ravvicinate di tre noti giornalisti, tra cui Indro Montanelli. L’impatto mediatico e la paura furono grandissimi, in entrambe le serie. Seguì la lunga stagione delle uccisioni dirette negli attentati. In quel periodo apparvero altre sigle, oltre alle BR : Prima linea, Comunisti combattenti e altre ancora. Gli attentati furono sempre a largo raggio di categorie di vittime: servitori dello Stato, specie forze dell’ordine e magistrati, dirigenti d’azienda e professionisti.
Le stragi invece non venivano firmate e, se rivendicate, lo erano da parte di sigle spesso sconosciute e difficilmente interpretabili. L’opinione pubblica le attribuì da subito a cellule terroristiche di destra ma non si è mai arrivati ai mandanti.
Per quanto riguarda il terrorismo di sinistra l’uso intimidatorio della violenza è sempre mirato e si accompagna ad un intento didattico – punitivo: “colpirne uno per educarne mille” fino ad arrivare alla lotta “al cuore dello Stato”.

2. Il Governo: l’eco sui media di queste azioni trovarono lo Stato Italiano del tutto impreparato, in un primo tempo. Però, data la preoccupazione e la paura che si diffuse nell’opinione pubblica per le continue notizie e fattacci (gravi), il Governo varò un nucleo specifico di lotta al terrorismo, affidandolo al Generale dei Carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa a Torino. Quel nucleo consegui alcuni risultati importanti, come l’arresto dei primi capi delle Brigate Rosse: Curcio, Franceschini e altri. In un’azione a Genova per arrestare alcuni BR della direzione strategica (Marzo 1980), alla loro risposta armata li uccisero tutti e quattro. Poco dopo questa azione iniziarono i primi pentimenti e le dissociazioni di alcuni terroristi: avevano paura anche loro!
Stranamente però, dopo i successi di cui sopra, il nucleo di Dalla Chiesa fu sciolto, e si ritornò ai sistemi abituali.

3. L’opinione Pubblica, agli inizi fu incerta e ondivaga. I partiti di sinistra parlavano di “ sedicenti brigate rosse”, qualificandole come fasciste. Nel 1971 un gruppo di intellettuali di sinistra (tra cui Umberto Eco, Enzo Paci, Natalia Ginzburg, Lucio Colletti, Giulio Carlo Argan e molti altri) firmarono una lettera in cui si affermava tra l’altro: “quando essi (i terroristi) gridano lotta di classe, armiamo le masse, noi lo gridiamo con loro e quando essi si impegnano a combattere un giorno con le armi in pugno contro lo Stato fino alla liberazione dai padroni e dallo sfruttamento, noi ci impegniamo con loro” .
Torino allora veniva descritta dai cronisti come una città in stato di assedio, piena di squadre di agenti e di reparti delle forze di sicurezza in tenuta antiguerriglia.
Nel 1978 avvenne un fatto gravissimo, che cambiò radicalmente l’orientamento dell’opinione pubblica: il rapimento e l’uccisione dello statista Aldo Moro e della sua scorta. Da quel momento in poi si ebbe chiara la sensazione che il terrorismo aveva perso il favore della cittadinanza, anche dei molti prima incerti. Non si affievolivano però la paura e le minacce.

4. La Magistratura nei primi tempi era anch’essa incerta e titubante. Questa prima fase passò (anche perché i terroristi cominciarono a uccidere alcuni magistrati coraggiosi) e si tentarono, e quindi si celebrarono alcuni processi fondamentali con condanne ai terroristi. In quel periodo fu poi uccisol’Avv. Fulvio Croce, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino, che accettò, e svolse con onestà, il ruolo di difensore d’ufficio dei brigatisti.

5. Le Vittime. Questi erano i tempi e le tragedie provocate dal terrorismo, quando, all’inizio del 1985, un gruppo di Vittime di Torino ( la Città e la Regione Piemonte furono le più colpite come numero di attentati e di vittime) si incontrarono e decisero di costituire una associazione, con idee molto chiare trasfuse negli articoli dello Statuto.
L’esigenza di unire gli sforzi veniva anche dal sapere che molte altre vittime si sentivano abbandonate e lamentavano – passato il primo momento di solidarietà e promesse – di incontrare notevoli difficoltà burocratiche per ottenere i benefici, anche minimi, previsti dalla legislazione in vigore.
Il 20 Marzo 1985 dieci vittime, tra cui il primo Presidente Maurizio Puddu e l’attuale Presidente Dante Notaristefano fondarono in Torino, con atto notarile, l’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo e dell’ Eversione, attualmente AIVITER, in sigla. Queste erano le principali caratterizzazioni: – il sodalizio doveva essere apartitico, apolitico, aconfessionale e senza scopo di lucro doveva avere diffusione nazionale; – doveva avere, fra le sue principali finalità, quella di svolgere azioni di sensibilizzazione generale per promuovere il riconoscimento e la tutela dei diritti, delle esigenze e delle aspettative delle vittime e dei famigliari superstiti; – la cura e la custodia della memoria storica degli eventi del terrorismo e delle relative vittime, che appartengono a tutta la comunità, per il presente e per il futuro.
Vedremo tra poco come si mosse AIVITER. Per intanto precisiamo che essa è la principale in Italia ( circa 320 associati e il numero continua a crescere) e collabora con i rappresentanti delle Vittime delle Stragi (per ogni strage esiste una associazione locale; le singole Associazioni sono federate nell’ Unione Famigliari Vittime per Stragi).
In Italia esistono poi alcune Associazioni molto più piccole.

6. Rapporti a livello territoriale. AIVITER cercò subito di aggregare anche le Vittime delle altre Città e Regioni più colpite dai terroristi: Milano, Genova e Roma. Si instaurarono rapporti fluenti e continuativi con gli enti locali (Regioni, Provincie, Città) con le autorità nazionali ( Parlamento e Governo ) e con i mezzi d’informazione di massa ( specie giornali ). Furono organizzate mostre congiuntamente, la principale delle quali divenne poi itinerante, si cercarono riconoscimenti e manifestazioni organizzate in comune e si presenziò alle manifestazioni organizzate dalle autorità stesse. Anche il volume “ Anni di Piombo” fu un frutto di tale collaborazione.
Era un periodo ( fino al 2004/05 ) in cui la vittime erano si considerate, ma non ancora riconosciute ed assistite adeguatamente. Inoltre per molte vittime non erano stati individuati e processati i colpevoli. Per alcuni i colpevoli non sono stati ancora individuati neanche nel 2011. Per contro molti terroristi godevano di una sovraesposizione mediatica e trovavano ampi spazi di accoglienza nei media, nei convegni, nelle Università ( ricordiamoci, per tutti, l’ appello del 1971, già citato ), negli enti pubblici e perfino in Parlamento.
AIVITER organizzò direttamente alcuni convegni nazionali e promosse la pubblicazione di volumi, documentari ed interviste.
Nel convegno “ Terrorismo e Memoria Storica” ( Torino 24 Ottobre 1998 ) parlarono giornalisti, esperti, esponenti delle vittime, autorità locali, magistrati, avvocati. Lo storico prof. Aldo A. Mola tenne la relazione base, nel corso della quale condannò alcuni scrittori che chiamavano i terroristi “ i ragazzi che volevano fare la rivoluzione” senza citare le pagine orrende dei delitti da essi perpetrati, e soprattutto riferì e confermò che il Presidente della Repubblica Sandro Pertini ( Socialista ), in interventi pubblici presenti le massime autorità, compreso il Corpo Diplomatico di tutti i paesi rappresentati a Roma, denunciò ripetutamente il retroterra internazionale che operava dietro le BR e le collusioni tra il terrorismo italiano e un ben preciso retroterra nel’ est europeo. Egli fu estremamente esplicito e le sue parole vanno ricordate proprio perché sono state dimenticate ( pag. 38 degli Atti ).
Negli ultimi anni AIVITER, anche attraverso intese e con il contributo concreto di RAI Cinema e Teche e della Direzione Generale per il Cinema del Ministero dei Beni Culturali, riuscì a far realizzare un film-documentario dal titolo “ VITTIME”, con interviste a vittime nostri associati, e fu trasmesso anche su canale nazionale RAI.
Fu inoltre realizzato un CD rom anch’esso dal titolo VITTIME, con supplementare materiale didattico informativo, tratto dagli archivi AIVITER e RAI.
E’ attualmente in preparazione per l’autunno 2011 a Torino una RASSEGNA multimediale internazionale sul terrorismo e le sue vittime, come momento di comunicazione e riflessione sui materiali da inserire in un archivio europeo on line.
AIVITER si aprì poi a rapporti continui con le Associazioni consorelle in ambito europeo, dopo gli attentati del 2004 alle stazioni ferroviarie di Madrid e la decisione dell’Europarlamento di istituire la giornata europea in memoria delle vittime del terrorismo, da tenersi l’11 Marzo di ogni anno.

7. I rapporti col Parlamento, col Governo e altri Enti a livello Nazionale portarono all’emanazione ed alla ( difficile!) applicazione di leggi nazionali, di riconoscimento e tutela delle Vittime. Le prime leggi parziali furono la n.° 302/1990 e la n.° 407/1998. La legge più importante in assoluto fu però la n.° 206 del 3 Agosto 2004: “ Nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e stragi”. Tale legge, d’iniziativa parlamentare – tesa a parificare il trattamento tra vittime dipendenti dello Stato e altre vittime – fu una legge ben fatta ed uscì dai due rami del Parlamento senza voti contrari. Va però notato che i riconoscimenti economici sono molto inferiori a quelli varati da altri Stati Europei. La legge purtroppo ha avuto una attuazione molto tribolata, tra remore e silenzi degli enti previdenziali e Ministeri coinvolti, che hanno richiesto una diuturna e persistente presenza dell’ Associazione presso tali enti, e va detto che alcune norme ( a sette anni dalla promulgazione!) restano tuttora inattuate.

8. I rapporti attuali a livello comunitario sono inquadrati nell’ambito della rete europea NAVT, organo consultivo della Commissione Europea, che ci ha riuniti anche oggi. Riteniamo molto importanti questi rapporti, come preciserò meglio in seguito.

9. Quadro attuale in Italia. I rapporti con le autorità locali rimangono buoni e promettenti. Le Regioni ( il Piemonte per primo ) hanno deciso di tenere annualmente una seduta speciale della loro assemblea dedicata alla memoria delle vittime del terrorismo, in prossimità del 9 Maggio con la partecipazione di Magistrati, Avvocati, forze dell’ordine e rappresentanti delle Vittime e i loro famigliari.
La Regione Piemonte ha anche approvato nel 2009 una legge regionale per “ promuovere la tutela e la valorizzazione dei luoghi teatro di attentati terroristici nell’ ambito della Regione”.
La Regione Piemonte ha in programma iniziative per consolidare la “ memoria” dei fatti di terrorismo locali ( che furono molti). Speriamo di essere coinvolti come AIVITER, dati i buoni rapporti reciproci, nel progetto.
A livello nazionale è stata promulgata nel 2007 una legge istitutiva della Giornata della Memoria delle Vittime del Terrorismo, fortemente voluta dall’attuale Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
La giornata si tiene al Quirinale, presente il Capo dello Stato e numerose autorità e vittime, il giorno 9 Maggio, anniversario del ritrovamento della salma dello Statista Aldo Moro.
Tuttavia va notato che persistono difficoltà nell’attuazione piena delle norme in vigore e nel recepimento di istanze per ulteriori iniziative legislative equitative.
Anche per quanto riguarda la conservazione della memoria, con la costituzione e il funzionamento di archivi completi ( fatti, articoli, processi, ecc …) e la presenza delle vittime presso scuole ed Enti pubblici, non paiono ancora del tutto soddisfacenti, anche se iniziative non mancano. AIVITER si interroga anche se ha promosso una comunicazione e una divulgazione sufficiente, soprattutto per il futuro che ci attende. Ma ritiene che, con le sole sue forze, AIVITER non può raggiungere pienamente obiettivi sufficienti rispetto alle necessità.
10. L’Europa. In base all’insieme di considerazioni già espresse, e tenuto conto che più si allontanano nel tempo gli “ anni di piombo”, i giovani e l’opinione pubblica in generale sapranno sempre meno sul fenomeno del terrorismo nella seconda metà del secolo ventesimo, AIVITER esprime un forte auspicio di maggior impegno della Commissione e del Parlamento Europeo, in particolare in queste direzioni:
a) Per un più equo e generalizzato sostegno anche economico alle Associazioni Nazionali delle Vittime più rappresentative, in modo che le stesse possano disporre di Sedi più adeguate e attrezzate per visite di scuole e gruppi vari, salvaguardando il principio che le Associazioni siano veramente rappresentative, senza fini di lucro e con i requisiti di fiscalità dovuti ( in Italia ad esempio il Decreto legislativo n.° 460 /1997 sulle ONLUS e la legge n.° 383/2000 sulle APS), in modo da poter svolgere concretamente la loro funzione di pubblico interesse.
b) Emanazione di direttive o regolamenti comuni alle nazioni europee sulla lotta efficace al terrorismo e sul sostegno alle vittime, che il NAVT e le singole Associazioni Nazionali appoggeranno in modo “ concertato” a livello di Governi e Parlamenti nazionali, per un celere ed efficace recepimento ed attuazione.
c) Perseverare e implementare l’azione comune verso l’ONU per l’inserimento degli attentati terroristici e delle stragi nel novero dei reati contro l’umanità, e quindi imprescrittibili e di valenza internazionale.

Le azioni che la Commissione e il Parlamento Europeo vorranno mettere in atto hanno una grande valenza equitativa, per ottenere che – possibilmente – in tutta l’ Unione Europea le vittime ottengano considerazione e riconoscimenti simili e perché l’attenzione e la memoria su quei tempi, su quei fatti e su quelle tragedie siano e rimangano patrimonio di tutti i cittadini europei, come riconoscimento alle vittime e per evitare che fatti simili si ripetano in futuro.
I terroristi teorizzavano sia il “colpirne uno per educarne mille”, che il “colpire nel mucchio per influenzare l’opinione pubblica”. E in questo non avevano torto. In effetti il terrorista, che colpisce una vittima o un gruppo di vittime, colpisce una nazione intera – e nel caso nostro una Unione Continentale intera – destrutturandone le regole e le attese di vita civile e di progresso. Per parte sua AIVITER afferma: “ nessuno uccida Caino, ma tutti aiutino Abele”.

Grazie a tutti

 

In ottemperanza alle disposizioni nazionali relative alle norme da adottare per il contenimento del coronavirus si informa che la Segreteria operativa di Aiviter resterà chiusa sino al  31 marzo  2022

Durante il periodo di chiusura l’attività della nostra Associazione continuerà seppur a regime ridotto.

Per coloro che necessitano di contattarci per urgenze preghiamo indirizzare al nostro recapito mail  info@vittimeterrorismo.it  sinteticamente le richieste e segnalando anche un  contatto telefonico.