CASO BATTISTI, COMUNICATI STAMPA AIVITER

CASO BATTISTI, COMUNICATI STAMPA AIVITER

  • 4 Gennaio 2011

COMUNICATO STAMPA del 4 gennaio 2011

LE MANIFESTAZIONI CONTRO LA DECISIONE DI LULA SU CESARE BATTISTI SONO BENVENUTE, MA SERVE UNITA’ POLITICA

Tutte le manifestazioni indette per oggi davanti ad ambasciate e consolati del Brasile nelle città italiane per protestare contro la mancata estradizione di Cesare Battisti sono il segno di una volontà di mobilitazione che l’Associazione Italiana Vittime del terrorismo (AIVITER) valuta positivamente, rispondendo ad un obiettivo per il quale si batte sin dal 2004, quando l’ex-terrorista dei PAC era ancora rifugiato in Francia.

Nel ribadire l’estrema gravità della decisione dell’ormai ex Presidente Lula e la solidarietà alle quattro famiglie delle vittime che hanno visto ancora una volta negata la possibilità di ottenere un minimo di giustizia, AIVITER non può però non rilevare con rammarico che le manifestazioni ed i sit-in previsti, nonostante l’unità di intenti, si articolino in iniziative divise sotto sigle di partiti politici diversi. L’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia si apre purtroppo con una incapacità del mondo politico di agire in modo compatto e scevro da tornaconti e strumentalizzazioni.
Le vittime del terrorismo e le loro famiglie hanno bisogno più che mai di unità e senso dello Stato, delle qualità cioè che hanno permesso di sconfiggere gli attacchi eversivi durante gli anni di piombo. Le stesse qualità che sole possono rendere oggi l’Italia un paese civile e rispettato nel contesto delle relazioni internazionali.

Il Presidente Aiviter, Dante Notaristefano


COMUNICATO STAMPA DEL 30.12.2010: Caso Battisti

L’ufficio di presidenza dell’Associazione Italiana Vittime del terrorismo (AIVITER) esprime la sua vicinanza e solidarietà alle famiglie di Andrea Campagna, Lino Sabbadin, Antonio Santoro e Pierluigi Torregiani, vittime dei “Proletari Armati per il Comunismo”.

Se le anticipazioni fornite dagli organi di informazione saranno, nelle prossime ore, confermate, chiediamo che lo schiaffo inflitto alle Istituzioni, al popolo italiano e alla famiglie delle vittime da parte di un presidente a fine mandato e senza più alcuna responsabilità, che nega l’estradizione al pluriomicida Cesare Battisti, riceva una risposta pronta, forte ed univoca da parte del nostro Governo.

E’ del tutto evidente che il presidente brasiliano uscente, Luiz Inacio Lula da Silva, con i suoi trascorsi biografici di esponente della sinistra rivoluzionaria latinoamericana, abbia ceduto alla versione che la difesa di Cesare Battisti ha costruito in Brasile, come precedentemente in Francia, dipingendo l’Italia degli anni ’70 come un paese golpista e repressivo. Coprendo i suoi omicidi da un manto ideologico non dissimile da quello del presidente brasiliano, Battisti ha ottenuto ciò che si fornisce ad un sodale. E’ però notorio che Battisti non è stato giudicato dal tribunale di una dittatura militare, ma da quello di un paese democratico che tra l’altro ha sconfitto il terrorismo anche attraverso una poco nobile legislazione premiale, grazie alla quale – a distanza di 30 anni dagli eventi – non vede da tempo quasi più nessun ex terrorista in carcere.
Oggi ancor più grave è l’accusa indiretta sottostante alla presunta motivazione della decisione: quel rischiare la vita se l’ex terrorista dei PAC tornasse nel nostro paese. Questa motivazione, infatti, offende profondamente l’Italia, in quanto avalla l’immagine di un paese non democratico e privo delle tutele dei diritti fondamentali dell’uomo.

Se la decisione sarà oggi confermata, AIVITER, ritenendola una ulteriore gravissima offesa alle vittime del terrorismo e alle loro famiglie che da troppi anni attendono giustizia, ma scevra anche in questo caso da qualsiasi desiderio di vendetta, richiede che gli organi italiani istituzionalmente competenti inoltrino una decisa protesta formale e un richiamo al Governo della Repubblica federativa del Brasile per il rispetto dei trattati internazionali sottoscritti in materia di estradizione, come sollecitato dal nostro Parlamento con votazione unanime il 26 febbraio 2009 sulla mozione n. 1/00096, approvata dal governo.


14 gennaio 2009: IL CASO BATTISTI. L’estradizione negata.

Apprendiamo dai media la decisione del ministro della giustizia brasiliano di negare l’estradizione in Italia di Cesare Battisti, per i reati di omicidi, rapine ecc… da lui commessi nel nostro paese e per i quali gli è stata inflitta dalla giustizia italiana la condanna definitiva all’ergastolo. Il Battisti, appartenente al gruppo di estrema sinistra Proletari Armati per il Comunismo, si è sottratto rifugiandosi dapprima in Messico ed in Francia, ove potè godere per lunghi anni del “diritto di asilo quale rifugiato politico”, grazie alla dottrina Mitterand, fruendo così della piena immunità per i gravissimi delitti commessi.
Ci chiediamo, ma chiediamo anche ai cittadini brasiliani, come avevamo chiesto ai cittadini francesi per il caso Petrella, quale sarebbe la loro reazione qualora un loro connazionale che avesse commesso in Brasile gli stessi reati di cui si è macchiato Battisti, potesse godere della piena immunità in Italia.
La decisione brasiliana è stata fondata su una presunta persecuzione politica nei confronti del pluriomicida Battisti, il quale nei giorni scorsi ha dichiarato di temere per la sua vita nel caso di eventuale rientro in Italia od un possibile sequestro da parte dei servizi segreti italiani.
Non ignoriamo le attività letterarie di Battisti e la sua predisposizione per il genere noir, nel quale ha ottenuto indubbi successi… Ma ora stiamo sfiorando il grottesco.
Sono ben note in tutto il mondo le garanzie in termini di rispetto dei diritti assicurate dallo stato italiano ai suoi residenti e non , come pure le garanzie riservate ai reclusi e la particolare generosità in termini di sconti della pena.
Nel caso in argomento, non vi è alcuna persecuzione politica, ma semplicemente la necessità – universale per qualsiasi Paese – che sia data attuazione a una sentenza definitiva pronunciata dalla giustizia di uno stato sovrano nei confronti di un suo cittadino riconosciuto colpevole di reati gravissimi commessi sul territorio nazionale. Trattandosi di condannato fuggito all’estero , l’estradizione non può essere negata con una pretestuosa ed inaccettabile motivazione.
L’Associazione esprime la più profonda indignazione per questa ennesima ingiustizia che ha cancellato con un colpo di spugna omicidi e sequestri, ferendo ulteriormente il popolo italiano, le vittime ed i loro familiari che hanno subito la cieca e sanguinaria violenza del terrorismo .
LASCINO LE AUTORITA’ BRASILIANE LA QUESTIONE ALLA ESCLUSIVA COMPETENZA DELLE ISTITUZIONI E DELLA GIUSTIZIA ITALIANA: IN TERMINI DI RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI IL NOSTRO STATO NON HA NULLA DA IMPARARE DA ALTRI PAESI, IN PARTICOLARE DAL BRASILE TRISTEMAMENTE NOTO PER I SUOI SQUADRONI DELLA MORTE E LE FREQUENTI MATTANZE NELLE CARCERI OVE I RECLUSI VIVONO IN CONDIZIONI SUBUMANE.
Ci auguriamo che dopo quasi trent’anni, mentre attendiamo ormai di assistere al tramonto della dottrina Mitterand in Francia, come promessoci recentemente dal Presidente Sarkozy, tali aberranti principi non trovino nuova linfa vitale in Sud America con una “neo dottrina Lula”.
Scevri anche in questo caso da qualsiasi desiderio di vendetta, richiediamo un fermissimo intervento degli organi istituzionalmente competenti italiani nei confronti dell’esecutivo brasiliano e quindi ogni possibile iniziativa tendente ad ottenere il rispetto dello stato di diritto italiano e la piena osservanza del diritto internazionale. Richiediamo pertanto una revisione della decisione giudiziaria adottata dal governo brasiliano che consenta l’estradizione del terrorista pluriomicida Battisti per scontare la giusta pena comminata.

 

In ottemperanza alle disposizioni nazionali relative alle norme da adottare per il contenimento del coronavirus si informa che la Segreteria operativa di Aiviter resterà chiusa sino al  31 marzo  2022

Durante il periodo di chiusura l’attività della nostra Associazione continuerà seppur a regime ridotto.

Per coloro che necessitano di contattarci per urgenze preghiamo indirizzare al nostro recapito mail  info@vittimeterrorismo.it  sinteticamente le richieste e segnalando anche un  contatto telefonico.