COMMEMORAZIONE DI MAURIZIO PUDDU A PALAZZO CIVICO (2009)

COMMEMORAZIONE DI MAURIZIO PUDDU A PALAZZO CIVICO (2009)

  • 23 Gennaio 2017

L’intervento del Presidente AIVITER Dante Notaristefano

dante

Era il 21 maggio 2007 e Maurizio Puddu veniva stroncato da una malattia che non era riuscita a piegarlo neppure quando aveva dovuto accettare la sedia a rotelle.

Oggi è il secondo anniversario e l’Associazione Italiana Vittime del terrorismo non poteva dare inizio alla Conferenza internazionale sul tema dei diritti delle vittime del terrorismo nel quadro del programma della Commissione Europea senza ricordare colui che per 22 anni ne era stato il Presidente, colui che – senza inutili giri di parole – era e personificava l’Associazione Italiana Vittime del terrorismo.

Ricordare Maurizio Puddu senza stendere una lunga biografia e senza superare i limiti di tempo che questa cerimonia impone non è sicuramente cosa facile, ma cercherò di svolgere questo mio compito sorvolando sui suoi anni giovanili, sulla sua formazione, sul servizio militare quale ufficiale nell’arma della Cavalleria, sulla sua militanza nella Democrazia Cristiana, sulla sua elezione al Consiglio Provinciale di Torino, sull’incarico di assessore e anche sulla sua vita familiare, pur dando atto che sono presenti la sua vedova ed uno dei figli, ai quali rivolgo un deferente saluto.

Mi limiterò comunque a far riferimento unicamente a tre date: 13 luglio 1977, 20 marzo 1985 e 21 maggio 2007.

13 luglio 1977

Maurizio Puddu rientra a casa da una seduta del Consiglio Provinciale e, appena parcheggiata l’auto vicino al portone di ingresso, viene assalito da un nucleo armato delle Brigate Rosse che gli spara 14 colpi di pistola, sette dei quali vanno a segno: tre alla gamba sinistra, uno all’addome all’altezza del rene, tre alla gamba destra.
Trasportato all’ospedale Mauriziano in fin di vita, si salva perchè un proiettile s’incastra nell’arteria femorale e frena l’emorragia.

Puddu può tornare in Consiglio Provinciale soltanto a fine settembre, ma camminando faticosamente con le stampelle e sopportando sul femore una sbarra con diciotto viti che resteranno nella gamba sinistra per sempre.
Le B.R. lo hanno azzoppato per invalidarlo, affinchè resti esemplarmente segnato. Nel macabro rituale dei brigatisti doveva essere una punizione infamante; diviene invece un segno di forza d’animo e d’onore.

Maurizio inizia così una nuova vita e resterà – come qualche volta soleva scherzosamente dirmi – il classico “supin, supeta”.

Ma inizia anche la sua seria riflessione sul triste fenomeno del terrorismo. Constata con amarezza quanto poco si faccia contro il terrorismo che dilaga e constata anche come i politici di ogni parte manifestino una certa indifferenza e qualche volta persino insofferenza per quei ricordi.

Si rende conto ed è costretto a sottolineare quale scarsa attenzione venga riservata alle ragioni ed alle aspettative delle vittime e dei loro familiari , dimenticando il valore del sacrificio compiuto da cittadini e servitori dello Stato per difendere la libertà e l’ordinamento democratico.
Ogni volta che sparano a qualcuno viene invitato a partecipare ad assemblee e manifestazioni e si convince sempre più della inderogabile necessità che qualcosa si faccia affinché non si perda la memoria di questo travagliato periodo ed finché si riconoscano e si tutelino i diritti, le esigenze e le aspettative delle vittime e dei familiari superstiti.
Giungiamo così al

20 marzo 1985

Maurizio Puddu si fa promotore e, unitamente ad altri nove di noi, costituisce, con rogito del Notaio Aldo Billia, l’Associazione Italiana Vittime del terrorismo e dell’eversione contro l’Ordinamento Costituzionale dello Stato, venendone nominato Presidente, incarico che ricoprirà fino al giorno della sua scomparsa.

Dell’atto costitutivo e del relativo Statuto il 9 aprile 1985 invia copia al Prefetto di Torino che il 23 aprile gli risponde con la seguente lettera, trovata tra i suoi atti. (LEGGERE LA LETTERA)
“Ho ricevuto la lettera…. auguri di buon lavoro.”

E il buon lavoro di Puddu non conosce limiti. All’Associazione si dedica con tutte le sue forze e la sua disponibilità avendo sempre presenti le finalità statutarie: il riconoscimento e la tutela dei diritti delle vittime e la custodia della memoria storica degli eventi e delle vittime che appartengono a tutta la comunità.

Promuove iniziative di approfondimento e di ricordo, numerosi dibattiti e convegni, istituisce una giornata in memoria di tutte le vittime con la celebrazione di una messa di suffragio, cura la pubblicazione di atti dei convegni e allestisce una mostra fotografica in 20 pannelli denominata “Per non dimenticare” che fa circolare in esposizione presso molte città e scuole d’Italia.

Promuove – come Presidente dell’ Associazione – e contribuisce all’approvazione delle leggi in favore delle vittime del terrorismo (basti accennare alla legge 23 novembre 1998 n.407 e a quella fondamentale del 3 agosto 2004 n.206).

In linea con i tempi, istituisce un sito internet dell’Associazione per ampliare l’ informazione e la comunicazione.

Potrei dilungarmi ad illustrare la molteplice, preziosa e validissima attività svolta dal nostro Puddu in 22 anni di presidenza, ma vorrei invece, per avviarmi alla conclusione, arrivare alla terza fatidica data, quel
21 maggio 2007, quando il cuore generoso di Puddu cessa di battere, provocando un generale cordoglio.

Parlando, ho usato finora il tempo indicativo presente perchè Maurizio è e resta con noi anche oggi.
Noi continuiamo comunque sulla scia delle sue indicazioni. L’AIVITER, anche dopo la sua scomparsa, ha sviluppato ed incrementato i rapporti con istituzioni internazionali (UE, OSCE, UNICRI) e con Associazioni di vittime del terrorismo di altri paesi europei, costituendo una solida e proficua rete di collaborazione, ha partecipato al Symposium sul terrorismo indetto dal Segretario Generale dell’ONU a New York nel settembre 2008, ha inaugurato l’11 settembre 2008 la mostra itinerante “Anni di piombo. La voce delle vittime per non dimenticare”, completamente rinnovata e ristrutturata con il contributo del Consiglio Regionale del Piemonte, partecipa al progetto europeo VNET 2, Rete europea delle vittime del terrorismo promosso dalla Commissione Europea (Direzione Generale Giustizia, Libertà e Sicurezza) nell’ambito del quale si inquadra la Conferenza internazionale che avrà inizio alle ore 14,00 in questa stessa sala.

In conclusione mi sembra importante un’ultima notizia. Avevamo più volte dovuto lamentare, anche lo scorso anno in occasione della Giornata della memoria come le leggi in favore delle vittime del terrorismo fossero rimaste in larga parte inattuate per le enormi difficoltà burocratiche frapposte alla concreta applicazione dei diritti riconosciuti, infliggendo ulteriori pesanti umiliazioni ai richiedenti.

E tutto ciò mentre i terroristi che furono protagonisti dei cosiddetti “anni di piombo” trovavano sempre più generosa ospitalità presso istituzioni pubbliche, nelle Università, nei convegni, alla Rai e persino al Parlamento con incarichi di prestigio, si ergevano a maestri, divenivano destinatari di plausi, di riconoscimenti, di filmati sulle loro gesta, trasformando così gli assassini di ieri negli eroi di oggi con ulteriore grave oltraggio alla memoria di tutte le vittime.

Lo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva pronunciato in quella occasione le seguenti parole:
“Vittime e familiari colpiti due volte, prima a seguito dell’invalidità riportata o della perdita traumatica e inaccettabile di un loro congiunto, poi dall’esposizione mediatica di alcuni dei terroristi tornati in libertà. Lo Stato democratico, il suo sistema penale e penitenziario, si è mostrato in tutti i casi generoso, ma dei benefici ottenuti gli ex terroristi non avrebbero dovuto avvalersi per cercare tribune da cui esibirsi e tentare ancora subdole giustificazioni. Chi ha regolato i conti con la giustizia deve agire con discrezione e misura. Le responsabilità morali non cessano per il fatto stesso di aver espiato la pena, anche in caso di eventuale riabilitazione”.

Ed anche quest’anno, in occasione della stessa Giornata della memoria, il Presidente Napolitano ha usato le seguenti dure parole:
“Ci sono ancora memorie romanticheggianti di quegli anni che non sono accettabili. Non si può scambiare l’eversione, l’attacco criminale allo Statoe alle personeper manifestazioni di dissenso o contestazione politica. Per quelle scelte, per quei comportamenti non ci sono giustificazioni o attenuanti”.

E noi possiamo con soddisfazione concludere informando che, per rimediare almeno in parte a tale assurda e inaccettabile situazione, la nostra Associazione è riuscita a realizzare, in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali – Direzione Generale Cinema –e la RAI-Radiotelevisione italiana, un film-documentario di 70’ “La parola alle vittime” presentato lo scorso 9 maggio al Presidente della Repubblica, che ne ha disposto la proiezione di alcuni stralci in apertura della celebrazione della Giornata della memoria al Quirinale.

E con soddisfazione vogliamo ribadire il nostro fermo impegno a continuare, ricordando Maurizio Puddu, la battagli contro il terrorismo anche in termini culturali, coltivando la memoria di tutti coloro che caddero sotto i suoi colpi e tramandando alle generazioni future un patrimonio di valori come la libertà, la legalità, la giustizia e la fedeltà alle istituzioni democratiche per scongiurare il ripetersi di quei tragici eventi le cui gravi conseguenze continuiamo a pagare.

Dante Notaristefano, Presidente AIVITER

 

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