Natale 2007

Natale 2007

  • 25 Dicembre 2007

Lettera a Prodi, di Gianni Berardi

Caro professor Prodi,

Grazie per quanto ha voluto fare per regolarizzare la posizione di tutte le vittime del terrorismo. Prima una trattativa lunga di mesi con qualificati funzionari ministeriali, poi finalmente la chiara decisione del governo: NULLA.
Avevamo creduto a quanto ci dicevano i funzionari e che la trattativa, la loro stessa presenza, attestasse un diverso atteggiamento del Suo esecutivo, soprattutto ora che ex terroristi parlano nelle università o ricevono cittadinanze onorarie di qualche Comune e sono anche consulenti e membri del suo governo. Noi, invece, come attesta anche la decisione (non) presa in Finanziaria saremo sempre vittime e mai ex vittime.
Il 15 di dicembre cadrà il 29mo anniversario dell’assassinio di Salvatore Lanza e di Salvatore Porceddu, due poliziotti ventenni ammazzati all’alba dai brigatisti mentre, semiaddormentati dopo una lunga notte di veglia dentro un furgoncino, facevano la guardia sotto le mura del carcere di Torino. Saremo in pochi a ricordarli, come d’altra parte è accaduto al padre di Salvatore morto pochi giorni fa e accompagnato solo dai parenti stretti e da chi non ha dimenticato il sacrificio di suo figlio. In fondo è giusto, era solo un vecchio, disperato per aver perso un figlio per questo paese, in cambio – pensi – non ha ricevuto NULLA o quasi. Tra qualche giorno incontrerò la sorella ed il fratello di Salvatore, anche a loro dirò allargando le braccia: dal governo NULLA.
Le ricordo ancora in questa ricorrenza natalizia, Roberto Della Rocca. Lei senz’altro non avrà dimenticato: gli spararono nelle gambe a Genova tanti anni fa. Ho parlato con lui, ormai sconsolato: “Non ce la faccio più. Due anni di lavoro, ho scritto migliaia di pagine, centinaia di istanze e suggerimenti per i dirigenti di tutti i ministeri; sono andato decine di volte a Roma, ho girato quasi tutti i ministeri, tante promesse: il risultato è stato zero”. Io l’ho subito rincuorato, gli ho detto: “Non dolertene Roberto, in fondo non è successo NULLA”.
Poi mi ha telefonato Sergio Palmieri, sono sicuro che non avrà dimenticato di quando lo gambizzarono le Brigate Rosse quasi trent’anni or sono, perché lui è un recordman: ha subito 63 operazioni alle gambe, poiché lo shock dell’attentato gli ha scatenato una forma di diabete che non permette alle sue ferite di rimarginare. In questo ha anche superato Antonio Iosa di Milano, gambizzato, che ha la stessa malattia, ma di interventi ne ha subito solo 56. Con loro sarà più facile cavarmela, li liquiderò in un battibaleno, basterà dire loro “NULLA” e capiranno subito: sa, professore, in materia sono navigati.
Tra pochi giorni sarà Natale anche a casa mia. Da trent’anni abbiamo l’usanza di apparecchiare la tavola con un posto in più che rimane sempre vuoto: l’ha lasciato vuoto mio padre trent’anni fa, quando dei brigatisti lo ammazzarono. E per questo sacrificio anche noi abbiamo ricevuto NULLA.
Anche Alberto Torreggiani – ricorda? I terroristi spararono al papà uccidendolo, un proiettile lo colpì alla spina dorsale e da allora è costretto su una sedia a rotelle – anche lui è venuto a Roma a fare il giro dei ministeri, con dei pacchi di istanze, ma ha dovuto desistere. In molti ministeri non c’è l’accesso per i disabili. Abbandonando la partita, mi aveva detto: “Vedrai, da tutti ’sti giri ne ricaveremo NULLA”.
Certo, ci rendiamo conto benissimo, prima di noi, nell’interesse del Paese, ci sono cose ben più importanti, tantissime altre questioni che esigono tutto il Suo impegno… Bisogna avere pazienza, in queste cose bisogna avere pazienza. Lo so perché sono trenta anni che ne ho, sono così convinto di questo che l’ho ripetuto anche a Paolo Bolognesi. Ricorda? Il presidente dell’Associazione delle vittime della strage del 2 agosto a Bologna. Quest’anno sul palco ero presente anch’io, lei tenne davvero un bel discorso, io Le strinsi anche la mano, eravamo sicuri, noi vittime del terrorismo, Lei il capo del governo aveva promesso: “La legge per le norme a favore delle vittime del terrorismo sarà applicata senz’altro da questo governo”. Anche se questo non è avvenuto a chi vuole che interessi: è quasi NULLA e poi il prossimo 2 Agosto è così lontano… l’ho detto a Paolo Bolognesi, c’era anche Manlio Milani, il presidente dell’Associazione delle vittime di Piazza della Loggia a Brescia, che era d’accordo con me, “ci vuole pazienza, ci vuole tempo”. Quando avrà, appunto un po’ di tempo e andrà in Parlamento, sempre tenuto efficiente ed in ordine dal segretario Sergio D’Elia, se vorrà, prof. Prodi, potrà fare ancora qualcosa per noi vittime del terrorismo, ma senza affanni, con calma, tanto lei lo sa benissimo, il tempo passa: molti dei feriti o gambizzati che erano sopravvissuti sono ormai morti per anzianità e poco importa se non hanno ricevuto nessun riconoscimento o beneficio.
Grazie professore, davvero grazie, per tutto quello che con il Suo governo ha voluto dare alle vittime del terrorismo, il bel discorso di Bologna, la fattiva collaborazione di funzionari che si sono prodigati in promesse, il bel NULLA finale, perfetta sintesi di una situazione e di una scelta: forte e deciso coi deboli, quasi segno simbolico del Suo potere.

Buon Natale, presidente, che il panettone Le sia lieve.

Giovanni Berardi, presidente dell’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo.

 

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