“Vittime del terrorismo. La legge è una beffa!”

“Vittime del terrorismo. La legge è una beffa!”

  • 22 Novembre 2007
  • Da Libero del 22 Novembre 2007
  • di Chiara Buoncristiani

    Nel passaggio in Senato la Finanziaria 2008 si è appesantita di 2 miliardi di euro, regalie ed elargizioni a pioggia di ogni tipo. Ma non c’è traccia dei fondi per rendere concrete le misure a favore delle vittime del terrorismo. Servirebbero solo 15 milioni di euro per il primo anno e 8 negli anni successivi, ma tutto quello che i rappresentanti del popolo sono riusciti a produrre la scorsa settimana è un minuzioso ordine del giorno. Insomma una promessa, quella che in politica non si nega mai a nessuno.
    Il governo ha tempo fino al 31 dicembre per mantenere l’impegno o tradirlo. Per ora una sola certezza- la burocrazia statale sta ferendo per la seconda volta i sopravvissuti e le famiglie dei morti. Sì, perché vittime di gambizzazioni, feriti durante le stragi, ma anche vedove e orfani, portano addosso, oltre che i postumi delle lesioni fisiche, un peso che spesso diventa una malattia. Della mente e dei sentimenti: la sindrome da stress post-traumatico che travolge, come racconta il libro di Roberto Ardirti “Obiettivi quasi sbagliati”, l’esistenza di chi ha avuto a che fare con un attentato anche a decenni di distanza.
    Il tutto nella difficoltà di arrivare a fine mese senza più il capo famiglia – come nel caso della famiglia Cori (Sergio Cori dirigeva il petrolchimico di Marghera) o della famiglia Marangoni (papa Luigi era direttore sanitario del Policlinico di Milano), entrambi uccisi dalle Br – o senza più la capacità di concentrarsi sul lavoro con serenità e perfino di dormire, come nel caso di Roberto Prina (ferito a piazza Fontana) e di Roberto Della Rocca (gambizzato a Genova dalle Br il 29 febbraio 1980).

    TUTELATI IN TEORIA
    Per chi continua a pagare sulla propria pelle lo Stato ha previsto, negli anni, una serie di indennizzi, tutele sanitarie ed assistenziali. «Prima si pensava a pagare solo il morto», spiega Roberto Della Rocca, fra i più attivi dell’associazione vittime del terrorismo. «Poi sono arrivati i punti di invalidità, le pensioni di reversibilità, gli sgravi fiscali». Ma l’iter per il riconoscimento di questi diritti è spesso complicato, i passaggi sono oscuri e poco pubblicizzati. Le domande delle commissioni di valutazione spesso poste in modo inquisitorio. «Alla fine uno rinuncia perché la sensazione è che la colpa sia di noi vittime».
    Il paradosso, ad esempio, è che dal 2004 esiste una legge (la numero 206) “di respiro europeo” che però non è mai stata applicata. Una norma che, in teoria, pensa a borse di studio per i figli, ai patrocini legali nei processi, agli sgravi fiscali sulle pensioni, e anche al risarcimento dei danni morali.

    TRE ANNI DI BLACK OUT
    Tanto per dare l’idea, fino a venti giorni fa, quando sono finalmente arrivate due circolari applicative, i funzionati dell’Inps e dell’Inpdai hanno rimandato al mittente le richieste delle vittime. Talmente vaghi i riferimenti a oscuri parametri sulle percentuali di invalidità che non sapevano come comportarsi. Risultato: le vedove hanno continuato a vivere con i seicento euro di pensione di reversibilità del marito morto, i feriti hanno dovuto pagarsi psichiatri e medicinali. In tanti, primo fra tutti il presidente dell’associazione nazionale vittime del terrorismo Maurizio Puddu, che è scomparso l’estate scorsa, sono invecchiati lottando per i loro diritti e sono morti senza vederseli riconosciuti.
    «Per tre anni c’è stato il black out totale», racconta ancora Della Rocca. Poi il governo Prodi ha nominato un commissario straordinario, «incaricato di risolvere le problematiche interpretative di quella legge». Ottimo. Solo che la relazione del commissario è stata depositata sul tavolo della Presidenza del Consiglio a giugno, ma è rimasta quasi lettera morta. «A luglio sono stati recepiti soltanto alcuni punti, i meno rilevanti. Il resto doveva passare con questa Finanziaria», chiarisce Della Rocca.

    LE PROMESSE
    Eppure il 4 agosto il premier Romano Prodi compare a Bologna durante la manifestazione in memoria delle vittime della strage della stazione e annuncia che «finalmente questo governo si è mosso in favore delle vittime». Un impegno che è sembrato solenne e imprescindibile.
    A ottobre la sorprese: nella Finanziaria2008 e nel decreto-legge a questa collegato manca l’articolo sulle vittime del terrorismo. Poi, il 13 novembre, arriva quell’ordine del giorno, accolto in maniera bipartisan, da tanti volenterosi senatori. Un’altra promessa.
    Da qui al 31 dicembre manca solo un mese. Il commento delle associazioni non ha bisogno di commenti: «Ci auguriamo che, non vi siano più ostacoli e che gli impegni presi dal governo prima delle cerimonie in ricordo del ventisettesimo anniversario della strage di Bologna vengano finalmente rispettati».


  • “Finalmente questo governo si è mosso in favore delle vittime”
  • IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ROMANO PRODI

  • “Ci auguriamo che non vi siano più ostacoli e che gli impegni presi dal governo prima delle cerimonie in ricordo del ventisettesimo anniversario della strage di Bologna vengano finalmente rispettati”
  • ASSOCIAZIONE DELLE VITTIME DEL TERRORISMO

     

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