Memoria
STATUTO Art, 2.
“2, L’Associazione cura e custodisce la memoria storica degli eventi di terrorismo, nonché di quella delle vittime, che appartengono a tutta la comunità, ritenendo di contribuire in tal modo a prevenire nuovi episodi di eversione. (…)
3. L’Associazione svolge opera di didattica e di divulgazione rivolta a tutti, ma in particolare alle nuove generazioni, rendendosi anche promotrice di incontri con studenti di ogni ordine e grado. A tal fine organizza un archivio per la conservazione degli atti e delle ricerche . per la raccolta di volumi, documentazione anche video fotografiche e di materiale di studio utili ai fini di non dimenticare e tramandarne la memoria alle nuove generazioni.
Come per le vittime e i sopravvissuti alla Shoah, quando gli avvenimenti vissuti dall’individuo o dal gruppo sono di natura eccezionale o tragica, il diritto di ricordare e di testimoniare diventa un dovere.
Così Aiviter, pur tra le grandi difficoltà di un contesto che fino all’inizio degli Anni Duemila era dominato dalla memorialistica dei 0 terroristi, si è fatta carico della prima sistematizzazione dei fatti documentando con estrema semplicità i nomi, i luoghi, le date e brevi biografie delle vittime degli ‘anni di piombo’.
A partire dal 2001 l’Associazione ha infatti iniziato a redigere delle schede di memoria dedicate ad ogni singola vittima pubblicate sul suo sito internet.
Il lavoro di censimento delle vittime per terrorismo degli anni di piombo e’ stato completato nel 2008 in occasione della diffusione da parte dalla Presidenza della Repubblica Italiana del volume Per le vittime del terrorismo nell’Italia repubblicana.
È stato lo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a ricordare che la trasmissione della memoria alle nuove generazioni è fondamentale perché “la democrazia non è acquisita una volta per tutte, ma è esposta alle continue minacce di chi la vuole distruggere e ha bisogno quindi della partecipazione e dell’impegno critico di tutti i cittadini, specialmente dei giovani”.
Da allora storici, sociologi, ricercatori e insegnanti hanno attinto alla memoria delle vittime del terrorismo e all’attività delle loro associazioni, riconoscendone:
- A) il valore pedagogico nel quadro di attività didattiche per rafforzare nei giovani il pensiero critico, i valori di memoria, verità, giustizia e quelli della tolleranza, rispetto della vita e di confronto plurale e democratico;
- B) il valore narrativo indispensabile per fondare l’analisi del fenomeno terroristico su basi scientifiche, perché le vittime del terrorismo sono stati nel contempo protagonisti positivi ed unici testimoni attendibili di quegli avvenimenti terribili;
- C) il valore civile di ‘imprenditori della memoria pubblica’ per l’impegno a tramandarla di generazione in generazione e a segnare sui territori – con eventi artistici e manifestazioni musicali o con lapidi, steli e monumenti – la rappresentazione dei tragici avvenimenti come patrimonio a beneficio dell’intera collettività.
VERITA’ E GIUSTIZIA
Di fronte al grave torto di finire nel dimenticatoio perché “vittime” di un periodo eccezionalmente imbarazzante per un paese democratico, i sopravvissuti a ferimenti, attentati, stragi e i familiari di uccisi, nel 1985, diedero vita a questa istituzione che in tante funzioni ha supplito alle incurie dello Stato. Nel loro intento che è presente anche in Aiviter c’è anche un mandato irrinunciabile, ed è l’esigenza di raggiungere “verità e giustizia” potendo l’Associazione costituirsi parte civile a favore delle vittime nei processi conto autori di attacchi terroristici: via le macerie dove si vuole ricostruire libertà , giustizia e legalità utilizzando anche la possibilità di “costituzione parte civile”, senza peraltro alcuna rivendicazione/richiesta di vendetta
Da Statuto
Art. 3 Attività
- Nello specifico, a titolo esemplificativo, l’Associazione svolge:
- d) Può richiedere di costituirsi parte civile a favore delle vittime nei processi contro autori di attacchi terroristici. In conformità alle disposizioni previste dall’ordinamento giudiziario penale italiano.
Sono tuttora attuali gli appelli degli ultimi due Presidenti della Repubblica, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella.
L’on. Napolitano così pronunciò in occasione del battesimo del “Giorno della Memoria” il 9 maggio 2008:
“C’è da augurarsi che si riesca ancora a indagare, anche in sede giudiziaria, su singoli fatti di devastante portata : che si riesca ad accertare pienamente la verità, come chiedono le Associazioni delle famiglie delle vittime”.
…. “Si deve dar voce a racconti di verità sugli “anni di piombo”, ricordando quelle terribili vicende come sono state vissute dalla parte della legge e dello Stato democratico, dalla parte di un’umanità dolorante. E a questa parte, ai famigliari delle vittime, a tutti i colpiti dallo stragismo e dal terrorismo lo Stato deve restare vicino, anche garantendo l’attuazione di leggi come quella del 2004. Solo così, con questo rispetto per la memoria e con questa vicinanza alle persone che hanno sofferto, si potrà rendere davvero omaggio al sacrificio di tanti. E’ qui il significato del 9 maggio “Giorno della memoria” .
La richiesta di verità (fondamentale per arrivare alla giustizia) è stata ribadita con forza dall’on. Mattarella nel “Giorno della memoria” del 9 maggio 2023 ricevendo le Vittime del terrorismo e delle stragi al Quirinale:
” Si è molto parlato negli ultimi decenni dei terrorismi e dei terroristi. Della loro vita, dei loro complici, delle loro presunte ideologie, delle cause che han fatto da base alla loro scelta di lotta armata. Delle gravi deviazioni compiute da elementi dello Stato, e per le quali avvertiamo tuttora l’esigenza, pressante, di conoscere la piena verità“. In quell’occasione il Capo dello Stato ha ricordato molti attentati e tanti uccisi negli “anni di piombo” concludendo: ” Stragi ancora in cerca di verità e di giustizia“.
AIVITER si riconosce nelle esortazioni dei Presidenti della Repubblica on. Napolitano e on. Mattarella
Il 9 maggio, Giorno della Memoria
Il Parlamento italiano nel 2007, ha istituito il 9 maggio quale Giorno della Memoria dedicato alle Vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice su iniziativa legislativa e a prima firma della Senatrice Sabina Rossa, Socia onoraria di AIVITER.
Un anno dopo il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha dato particolare rilievo alla ricorrenza ricevendo al Quirinale, per la prima volta, le famiglie delle vittime.
Nel periodo complessivamente considerato di terrorismo interno in Italia , gli Anni di Piombo , si sono incrociate per qualche tempo diverse trame eversive, da un lato di destra neofascista e di impronta reazionaria, con connivenze anche in seno ad apparati dello Stato, dall’altro lato di sinistra estremista e rivoluzionaria, non c’è dubbio che dominanti siano ben presto diventate queste ultime, col dilagare del terrorismo delle Brigate Rosse. Ci sarà ugualmente da riflettere ancora e a fondo – anche se molto si è lavorato, anche di recente, su questi temi – sulla genesi e sulla fisionomia dei fenomeni di stragismo e terrorismo politico di cui è stata teatro l’Italia”.
Aiviter ha sempre partecipato e partecipa ad ogni ricorrenza annuale della giornata nazionale della memoria dedicata alle Vittime del terrorismo con una folta rappresentanza di propri associati a Roma e nelle diverse altre sedi istituzionali ove la ricorrenza ha avuto luogo.
Medaglio d’oro
Su ispirazione del fondatore e primo presidente di Aiviter, Maurizio Puddu, nel 2007 il Parlamento ha disposto l’assegnazione dell’onorificenza di ‘Vittima del terrorismo’ con la consegna di una medaglia d’oro conferita dal Presidente della Repubblica agli invalidi in vita, alle vittime del terrorismo colpite per le loro idee e per l’impegno morale e, per i deceduti, alla vedova o ai figli.
Anche per questo riconoscimento Aiviter assiste gli associati nella raccolta ed organizzazione della minuziosa documentazione necessaria.

La scuola
Fin dalla sua fondazione l’Associazione ha collaborato con scuole ed insegnanti interessati alla memoria degli anni del terrorismo. Si è trattato di episodi sporadici che partivano dalla buona volontà di pochi, ma che incontravano il pieno appoggio e disponibilità di Aiviter e dei suoi associati in tutta Italia.
Nel contempo nell’ambito anche dei bandi proposti dal Ministero dell’Educazione e,,,,,,,, a cui AIVITER partecipa ai Tavoli Tecnici , per dare continuità e omogeneità alle iniziative nelle scuole, Aiviter ha predisposto da tempo propri moduli didattici da proporre nelle scuole dell’area torinese ed estesi al resto del territorio nazionale,.
I progetti è finalizzato a diffondere la conoscenza di quei tragici eventi quale premessa indispensabile per promuovere, tra le nuove generazioni, la coscienza di una cittadinanza attiva nel rispetto della legalità , del rifiuto di ogni violenza, e una piena e consapevole adesione ai valori civili di libertà democratica cui s’ispira la carta costituzionale del nostro Paese.

Gli spazi pubblici
Molte amministrazioni locali in tutta Italia si sono fatte carico di attestare sui loro territori, con targhe, cippi e monumenti, la memoria delle vittime del fenomeno di violenza politica più aberrante che ha segnato il nostro paese non solo negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, ma che periodicamente lascia la sua tragica scia di sangue ancora oggi, sia a livello nazionale che, soprattutto, internazionale.
Padova, Milano e Roma hanno monumenti dedicati a tutti i caduti per terrorismo nazionale ed internazionale.
Laddove ci sono stati omissioni o ritardi, come per le targhe delle singole vittime sul luogo dove sono cadute, l’Associazione è intervenuta a sollecitare le amministrazioni per colmarle. Così Aiviter Lombardia ha avviato un percorso che ha permesso di inaugurare negli ultimi anni targhe dedicate a tutte le singole vittime dell’area milanese, mentre in Piemonte, a seguito della collaborazione con Aiviter, è stata approvata nel 2009 una legge regionale che ‘promuove’ il “ricordo dei caduti e la valorizzazione dei luoghi del loro sacrificio che furono teatro di attentati ed episodi terroristici nel territorio piemontese”. A Genova ed Torino, anche con l’ausilio dei rispettivi Comuni, è stata completando l’affissione delle ultime lapidi mancanti a ricordo delle vittime del terrorismo locali.
Gli archivi
La Commemorazione giornaliera sul sito dei caduti Vittime del Terrorismo dal 1961 ad oggi
In occasione della commemorazione di ciascun giorno di calendario per ogni anno, , nel giorno e mese corrispondente al sacrificio di ciascuna vittima censita, aprendo il nostro SITO appare il nominativo della vittima e cliccando su di esso aprire una scheda dedicata alla persona, data
L’intenzione è di estender in particolare nei nostri 4 Presidi operativi , ommemorazioni in presenza coordinali da associati locali AIVITER che nella giornata commemorativa, ove è posta la lapide della vittima commemorata corrispondente, di norma in prossimità dell’attentato, si svolga una breve cerimonia commemorativa coordinata da AIVITER a ricordo della vittima con l’invito e la partecipazione di scolaresche del quartiere
Strage di Bologna, definitivo l’ergastolo per Bellini
Fonte ANSA del 01/07/2025
Con la conferma da parte della Cassazione dell’ergastolo per Paolo Bellini, ex esponente di Avanguardia Nazionale, si chiude la partita giudiziaria sugli esecutori materiali della strage di Bologna, che il 2 agosto 1980 causò la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200.
I giudici della sesta sezione penale, dopo alcune ore di camera di consiglio, hanno rigettato le istanze presentate dai difensori dell’ex estremista nero, accusato di concorso in strage con gli ex Nar Giusva Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini, e dagli altri due imputati.
Confermate, infatti, le condanne a sei anni per l’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, che doveva rispondere di depistaggio, e a quattro anni per Domenico Catracchia, amministratore di alcuni condomini di via Gradoli a Roma, per false informazioni al pubblico ministero.
I giudici hanno quindi totalmente accolto le richieste del procuratore generale, Antonio Balsamo, che nel corso della sua requisitoria ha parlato di un “quadro probatorio solido” a carico di Bellini per quanto avvenuto alle 10:25 di 45 anni fa, quando una bomba contenuta in una valigia causò il crollo dell’ala ovest dello scalo ferroviario.
“La sentenza rappresenta un punto di arrivo fondamentale – commenta l’avvocato Andrea Speranzoni, difensore di parte civile per l’associazione delle vittime della Strage di Bologna e per gli enti locali – frutto di anni di percorso giudiziario e di lotta per la verità e la giustizia. Oggi possiamo dire in maniera definitiva che sappiamo chi finanziò l’attentato, che quell’attentato si colloca a pieno titolo nella strategia della tensione, sappiamo chi organizzò l’attentato, chi erano i mandanti e sappiamo retroscena importantissimi sull’attività di depistaggio”.
L’esponente di Avanguardia Nazionale venne riconosciuto dall’ex moglie come l’uomo filmato da un video amatoriale in stazione la mattina della strage. Per il rappresentante dell’accusa, la sua responsabilità nell’attentato è stata affermata da una sentenza che “mette in pratica i principi elaborati dai più autorevoli teorici del garantismo penale”. Inoltre, il ragionamento della sentenza della Corte di assise di appello “risulta pienamente in linea con la struttura argomentativa delle altre pronunce, divenute irrevocabili, che hanno affermato la colpevolezza di Fioravanti, Mambro, Ciavardini e Cavallini per la strage di Bologna”.
Ricostruzione dei fatti che “trova ulteriore conferma nelle parti della motivazione relative ai rapporti sviluppati dai gruppi terroristici eversivi, protagonisti della strategia stragista, con la loggia P2 e i settori deviati dei servizi segreti”. Il pg, commentando la sentenza dei supremi giudici, afferma che si tratta di un “passo importante per la piena realizzazione di quel diritto alla verità che spetta non solo alle vittime e alle loro famiglie, ma a tutto il popolo italiano su un fatto che ha rappresentato il più grave atto terroristico della storia della Repubblica Italiana”.
La decisione degli ermellini arriva a sei mesi di distanza dalla sentenza dei giudici del Palazzaccio, che hanno fatto passare in giudicato l’ergastolo per Gilberto Cavallini, accusato di avere “fornito alloggio a Mambro, Fioravanti e Ciavardini nella fase immediatamente precedente alla strage”, di avere falsificato con il documento intestato a Flavio Caggiula, consegnato da Ciavardini a Fioravanti, e di avere “messo a disposizione” dei sodali un’auto con la quale hanno raggiunto “il luogo della strage”