Replica di AIVITER al programma “In Onda” su La 7 del 2 ottobre 2021

Replica di AIVITER al programma “In Onda” su La 7 del 2 ottobre 2021

  • 9 Ottobre 2021

 

Replica di AIVITER al programma “In Onda” su La 7 del 2 ottobre 2021 “I Terroristi degli anni di piombo nelle loro azioni criminali comunque rischiavano la vita”

Abbiamo ascoltato le seguenti affermazioni:
“Non giustifico gli anni Settanta, ma avevano una ideologia alle spalle e per quanto esecrabile avevano un supporto di pensiero, o qualcosa che ci somigliava”.
“Nel corpo a corpo si gioca non dico ad armi pari, perché uno era armato e l’altro no , ma ANCHE IL TERRORISTA RISCHIA DI MORIRE.”
“Non per sminuire gli Anni di Piombo, ma lì si trattava di azioni criminali con un tempo e luogo definito, con degli autori che venivano perseguiti”, “e che COMUNQUE RISCHIAVANO LA VITA”.
“Oggi questo apparente essere aleatorio dell’odio e della violenza nasconde una pervasività nel quotidiano difficile da incapsulare”.
Nella trasmissione televisiva su La 7″ In Onda ” del 2 ottobre 2021 h. 20,35, condotta da Concita De Gregorio e David Parenzo si tuona contro le moderne campagne mediatiche dell’odio, ma si argomenta attraverso un improponibile paragone con la violenza omicida degli anni ’70, che apparirebbe al confronto più comprensibile e persino “leale”.
Ancora una volta dunque un dibattito televisivo ci regala le arrampicate sugli specchi del “giustificazionismo”, e agli assassini degli “anni di piombo” è concesso l’onore delle armi, con il riconoscimento di aver avuto coraggio nel rischiare la propria vita, con l’alibi di essere stati sognatori pilotati da un ideale per cui fosse giusto combattere, e addirittura con dignità di esempio virtuoso, essendo stati, nonostante i crimini perpetrati, comunque “migliori di altro”. Proseguono dunque indisturbate quelle “ricostruzioni romanticheggianti” contro cui ammoniva già tredici anni orsono il Capo dello Stato emerito Giorgio Napolitano, insiste quel revisionismo storico che vorrebbe accreditare come “onorati combattenti” pregiudicati pluriomicidi e stragisti a cui invece null’altro si può consegnare se non la patente criminale di assassini seriali.
Dov’è il coraggio, dov’è il rischio della vita quando si tende un agguato mortale a persone disarmate e indifese? Dov’è l’onore, dov’è la lealtà quando si abbandona dell’esplosivo innescato tra persone ignare, selezionate dal caso, per poi fuggire lontano a rimirare gli effetti della deflagrazione?
Che la memoria resti sempre ancorata ai fatti; e la storia degli “anni di piombo”, quella non interpretabile e purtroppo incontrovertibile, parla piuttosto di oltre cinquecento morti assassinati e di oltre duemila feriti, il 90% dei quali porta con sé a vita il segno indelebile delle invalidità permanenti: tutti vittime di agguati proditori a sangue freddo, non certo di battaglie campali con pari regole d’ingaggio.
Aiviter
Torino, 9 ottobre 2021

 

 

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