COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA

  • 16 Luglio 2004

In questo ultimo periodo si sono attivate alcune sigle in rappresentanza delle ‘vittime del terrorismo’. Spesso si tratta di associazioni attive con riferimento a posizioni di partito e che non sempre rispondono agli interessi collettivi delle vittime, degli invalidi e dei loro famigliari. In qualche caso, le loro tematiche si identificano con orientamenti politici e facilmente prestano il fianco a inevitabili strumentalizzazioni.

Fermo restando il diritto di ognuno ad operare come meglio crede, si precisa che la nostra è l’unica associazione nazionale delle vittime del terrorismo, come si evince dallo statuto depositato con atto pubblico nel 1984, dall’attività sociale, di studio e proposizione di leggi, dalle iniziative culturali e di testimonianza attiva, il tutto liberamente consultabile nel sito web “www.vittimeterrorismo.it”.

Portavoce della nostra organizzazione è statutariamente il presidente, in quanto legale rappresentante, o altri suoi membri a ciò autorizzati dal presidente su fatti o situazioni specifici. Ovviamente tutti gli associati sono liberissimi di rilasciare commenti, interviste e dichiarazioni, ma essi lo fanno solo a titolo personale o dei propri famigliari.

Per ciò che riguarda le iniziative del sig. Bruno Berardi, si precisa che egli nulla ha che vedere con l’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo, ma è presidente del ‘Circolo Culturale Domus Civitas’ che ha sede, secondo una segnalazione a suo tempo da lui indirizzataci, a Roma, presso un gruppo politico. Le notizie diffuse di recente che fanno a lui riferimento come presidente di ‘associazione famigliari vittime terrorismo’ non può che generare confusione e spiacevoli equivoci nell’opinione pubblica.

Infatti la nostra associazione opera da anni con lo scopo di tutelare il ricordo e i diritti morali delle vittime del terrorismo, dei famigliari, degli invalidi, siano essi civili o militari, e di rendere più idonei e dignitosi i trattamenti legislativi a loro tutela. Le nostre iniziative hanno avuto alterne fortune, a seconda del clima storico e politico, ma sempre hanno risposto a criteri di obiettività, che rifuggono dal clamore del momento, e s’iscrivono nel solco della tradizione civile e democratica, quasi a onorare la memoria e l’esempio dei caduti che rappresentiamo, molti dei quali ‘servitori dello Stato’.

Non rinunciamo ad invocare il rispetto dei diritti e dei doveri lesi. Né a chiedere giustizia e verità non accertate o vilipese, come nel caso di condannati che sono fuggiti in Francia o in altri Stati, in violazione di principi istituzionali o in violazione delle leggi. Proprio per questo evitiamo i fragorosi ‘contro’ o ‘a favore’, come i mercanteggiamenti, preferendo i contatti istituzionali con lo Stato e il dialogo con le istituzioni civili, politiche e culturali.

Torino 16 aprile 2004

Il Presidente Maurizio Puddu