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- Data e Luogo Attentato 16 Novembre 1977 - Torino (TO)
- Nome Vittima Casalegno Carlo , Giornalista, Vice Direttore La Stampa di Torino
- Ad Opera Brigate Rosse
- Luogo e Data di Nascita Torino (TO), 28 Novembre 2023
- Luogo e Data di Morte Torino (TO), 29 Novembre 1977
Descrizione attentato:
Carlo Casalegno fu aggredito nell’androne di casa da terroristi che lo colpirono alla testa, al volto e al collo. Morì il 29 novembre, tredici giorni dopo l’agguato e una straziante agonia.
L’ uccisione, una delle molte del periodo definito “anni di piombo”, avvenne con lo scopo di intimidire, secondo il gruppo terroristico, tutti coloro che collaboravano con lo stato italiano. Nel documento che rivendica l’assassinio, le BR si riferiscono a una ‘risposta, ampia e diffusa, data dai movimenti e dalle formazioni rivoluzionarie di tutta l’Europa all’assassinio di Andreas Baader, Gudrum Enslin e Jean Carl Raspe, avvenuto il 18 ottobre 1977 nel carcere di Stammhein (Germania)’. Ma le motivazioni più proprie vanno ricercate nell’intransigente orientamento del giornale contro il terrorismo, orientamento che aveva nel vicedirettore il più strenuo sostenitore. Casalegno, pur rifiutando sempre decisamente qualsiasi forma di lotta armata clandestina, era un coerente difensore della legalità. Il 4 maggio 1977, ad esempio, così scriveva commentando la sospensione del primo processo contro le BR: “La legge e i principi stessi della convivenza civile hanno subito nella giornata di ieri un’altra sconfitta. S’infittiscono i segni di sgretolamento dello Stato. A Torino, il maggior processo indetto finora contro i brigatisti rossi è finito prima di cominciare: dopo la fuga in massa dei giurati, la Corte ha constatato l’impossibilità di costituire il collegio giudicante e rinviato il dibattito a nuovo ruolo…Miopi calcoli, negligenze, paura danno spazio crescente all’illegalità”.
L’ uccisione, una delle molte del periodo definito “anni di piombo”, avvenne con lo scopo di intimidire, secondo il gruppo terroristico, tutti coloro che collaboravano con lo stato italiano. Nel documento che rivendica l’assassinio, le BR si riferiscono a una ‘risposta, ampia e diffusa, data dai movimenti e dalle formazioni rivoluzionarie di tutta l’Europa all’assassinio di Andreas Baader, Gudrum Enslin e Jean Carl Raspe, avvenuto il 18 ottobre 1977 nel carcere di Stammhein (Germania)’. Ma le motivazioni più proprie vanno ricercate nell’intransigente orientamento del giornale contro il terrorismo, orientamento che aveva nel vicedirettore il più strenuo sostenitore. Casalegno, pur rifiutando sempre decisamente qualsiasi forma di lotta armata clandestina, era un coerente difensore della legalità. Il 4 maggio 1977, ad esempio, così scriveva commentando la sospensione del primo processo contro le BR: “La legge e i principi stessi della convivenza civile hanno subito nella giornata di ieri un’altra sconfitta. S’infittiscono i segni di sgretolamento dello Stato. A Torino, il maggior processo indetto finora contro i brigatisti rossi è finito prima di cominciare: dopo la fuga in massa dei giurati, la Corte ha constatato l’impossibilità di costituire il collegio giudicante e rinviato il dibattito a nuovo ruolo…Miopi calcoli, negligenze, paura danno spazio crescente all’illegalità”.
Rassegna stampa su Carlo Casalegno, dal sito dell’Ordine dei Giornalisti