Mario Amato

    • Data e Luogo Attentato 23 Giugno 1980 - Roma (RM)
    • Nome Vittima Mario Amato, Magistrato
    • Ad Opera Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR)
    • Luogo e Data di Nascita Palermo (PA), 24 Novembre 1937
    • Luogo e Data di Morte Roma (RM), 23 Giugno 1980

Descrizione attentato:

Il dott. Mario Amato fu ucciso da appartenenti al gruppo terroristico eversivo di estrema destra “Nuclei Armati Rivoluzionari” (NAR), alla fermata dell’autobus che avrebbe dovuto portarlo in ufficio. A freddarlo fu un colpo alla nuca sparatogli da breve distanza. Nel volantino di rivendicazione, i NAR scrissero: “Oggi 23 giugno 1980 abbiamo eseguito la sentenza di morte emanata contro il sostituto procuratore Mario Amato, per le cui mani passavano tutti i processi a carico dei camerati”. Gli autori e gli ideatori del fatto sono stati individuati e condannati. Alcuni di essi, nel confessare l’agguato, hanno ricostruito l’ambiente in cui era maturato e le sue ragioni. Dal 7 gennaio 1978, giorno in cui giovani militanti del Movimento Sociale Italiano vennero uccisi davanti alla sezione di via Acca Larentia, la violenza dei gruppi di estrema destra era aumentata e gli attentati si erano susseguiti. Il dott. Amato ritenne di valutare congiuntamente episodi apparentemente slegati fra loro e di cercare un filo conduttore, convincendosi che i gruppi eversivi di destra -malgrado la diversità delle sigle usate per rivendicare attentati e altre azioni violente – obbedivano a un’unica regia. Gli arresti che ordinò di eseguire fecero di lui un “obiettivo privilegiato” dei gruppi terroristici. Egli ne acquisì consapevolezza tanto più che fatti criminosi di poco precedenti all’attentato ai suoi danni (come l’omicidio degli agenti di Polizia Maurizio Arnesano ed Fancesco Evangelista) e le dichiarazioni allora rese da un arrestato lo avevano convinto del livello di assoluta pericolosità e della strategia eversiva perseguita dai NAR.


Biografia:

Era Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica in Roma. Dal 1977 si occupava del terrorismo neo-fascista nella capitale e, nei tre anni successivi, era rimasto l’unico ad indagare sulla eversione di destra. Poco tempo prima di essere ucciso, aveva dichiarato di sentirsi isolato anche nell'ambiente giudiziario.

 

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