LA STAMPA : Fassino rinuncia alla messa per le vittime del terrorismo

LA STAMPA : Fassino rinuncia alla messa per le vittime del terrorismo

  • 10 Giugno 2012

Alla fine è stato un bene che il sindaco non abbia partecipato alla nostra cerimonia. La ferita è ancora aperta e ci vorrà del tempo per rimarginarla. Noi vogliamo lavorarci ma senza fretta». E’ quasi mezzogiorno quando Dante Notaristefano, riconfermato presidente dell’associazione dei familiari delle vittime del terrorismo, esce dalla Consolata. Don Federico Crivellari ha appena finito di celebrare la messa in suffragio dei caduti di quei sei lunghissimi anni di piombo che dal 1976 al 1982 hanno colpito Torino e il Piemonte. La partecipazione di Piero Fassino alla cerimonia era annunciata tra gli impegni istituzionali (con un giornalista dell’ufficio stampa della giunta al lavoro per coprire l’evento), «ma io sapevo che non sarebbe arrivato», spiega l’ex politico Dc.

La decisione
Al presidente del Consiglio Comunale, Giovanni Maria Ferraris, che aveva già annunciato la sua partecipazione, è stato chiesto di rappresentare la città nel pomeriggio di venerdì. E così è stato. Ferraris è arrivato in anticipo con la fascia tricolore in bella vista. E poi il presidente della Provincia, Antonio Saitta, e il consigliere Giampiero Leo per la Regione. L’assenza del sindaco non pesa sui familiari delle vittime, anzi: «Dopo quello che è successo con la famiglia Coggiola il rischio di contestazioni contro il sindaco era alto. E io era preoccupato. Meglio così», aggiunge ancora Notaristefano.
Dal pulpito don Federico ricorda come sia difficile «poter accettare per chi ha subito la perdita di un sua familiare, la scelta di fare la volontà di Dio». Difficile non pensare al matrimonio dell’ex brigatista Nicola D’Amore che il sindaco Fassino avrebbe voluto celebrare salvo, rinunciare dopo le proteste dell’Associazione e della famiglia Coggiola. Alla fine della cerimonia la figlia e la vedova hanno parlato con il presidente del Consiglio comunale.

I contatti
Da quei giorni è iniziata un lungo lavoro sotterraneo per ricucire lo strappo. «Piero Fassino – racconta Notaristefano – ha chiesto di incontrare la nostra associazione ma io gli ho spiegato che sarebbe stato meglio aspettare, prendere tempo». Un proverbio dice che la fretta è cattiva consigliera. E il presidente dell’associazione lo mette in evidenza ringraziando i rappresentanti delle istituzioni presenti che «hanno dimostrato attenzione alle vittime del terrorismo mentre altri purtroppo riservano, soprattutto i mezzi d’informazione, più attenzione agli ex terroristi».
Chissà se quando parla di «altri», Notaristefano pensa a Fassino. In ogni, il presidente dell’associazione (ieri sono state rinnovate le cariche ed è stato eletto anche un vicepresidente, Roberto Della Rocca) spiega che lavorerà per favorire quell’incontro: «Se lo vorrà andremo dal sindaco e gli spiegheremo che dal nostro punto di vista questa città, rispetto a Milano e Genova, fa poco per rinnovare il ricordo e la memoria». Che cosa si dovrebbe fare in più? «Noi ci siamo perché vogliamo, e chiediamo, di controbilanciare la sovraesposizione mediatica di quelli che sono stati artefici di quello che è successo negli anni Settanta».

Il riavvicinamento
Parole che sembrano indicare la possibile road map di un riavvicinamento con il sindaco. Con il presidente Saitta c’è già sintonia: «Gli ex terroristi dovrebbero praticare il silenzio, anche se si sono pentiti, ed evitare di predicare». Alla cerimonia ha partecipato anche il procuratore Giancarlo Caselli. Ai giornalisti che gli chiedono se è preoccupato per le minacce di una ripresa della lotta armata risponde così: «Abbiamo passato dei momenti decisamente più gravi, più difficili, più complicati, e questa giornata serve anche per ricordarci cosa è stato, per non dimenticare». E’ il 20 maggio quando il sindaco di Torino, Piero Fassino, annuncia la sua decisione di celebrare il matrimonio dell’ex Br Nicola D’Amore condannato per l’omicidio del capo officina Lancia, Piero Coggiola. E lo spiega così: «Credo che sia un atto di civiltà e di riconciliazione». Poi la retromarcia dopo le proteste dei familiari delle vittime.

MAURIZIO TROPEANO da http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/457663/

 

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