11 Marzo 2006

11 Marzo 2006

  • 11 Marzo 2006

In occasione della seconda “Giornata Europea delle vittime del terrorismo” la nostra associazione ha diffuso la seguente memoria a ricordo dei caduti, dei loro famigliari e di quanti hanno sacrificato il loro futuro difendendo i valori della collettività.

Seconda Giornata Europea delle Vittime del Terrorismo

In occasione della “Giornata Europea delle Vittime del Terrorismo” la nostra Associazione ha diffuso la seguente memoria a ricordo dei caduti, dei loro famigliari e di quanti hanno sacrificato il loro futuro difendendo i valori della collettività.

Vorremmo non avere mai dovuto costituire la nostra associazione, nata sia per custodire il ricordo che per tutelare le famiglie dei tanti sacrificati alla lotta contro il terrorismo.
Abbiamo dovuto farlo quasi come un dovere, oltre che per necessità, perché per lungo tempo la custodia del ricordo e la difesa dei diritti dei caduti e dei loro famigliari sono apparsi quasi come il fastidioso cascame di un tempo che si voleva non solo chiudere, ma rimuovere dalla coscienza collettiva.
In questo senso abbiamo interpretato le inchieste, spesso non prive di ombre, le generose scarcerazioni, le leggi in favore delle vittime a lungo negate, poi concesse, eppure disattese.
Così che all’ingiuria delle violenze si sono non di rado aggiunte gli avvilimenti di pratiche infinite, con documenti perduti in lunghi e minuziosi iter istruttori, l’incerta applicazione delle normative, le umiliazioni della burocrazia sanitaria.
Paradossalmente, i terroristi hanno invece potuto godere di alcuni vantaggi dell’assistenza statale, sicuramente di quella sanitaria.

Solo in anni recentissimi la memoria dei caduti è stata rivendicata come una virtù civica e il loro sacrificio ascritto nell’ideale patrimonio collettivo.

Eppure, ancora oggi, la legge più recente – la 206 del 2004 “Nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice” – pur votata e promulgata, è ampiamente e clamorosamente disattesa e in molti punti non applicata. Ne citiamo alcuni:
-gli stranieri uccisi o feriti in Italia non vengono risarciti;
-vengono rivalutate in modo assurdo le somme riferite alle precedenti speciali elargizioni, riducendo notevolmente quanto dovuto alle vittime, contravvenendo agli articoli delle precedenti leggi ed interpretando in modo anomalo la stessa legge;
-il risarcimento per i fratelli uccisi e l’equiparazione, per le liquidazioni, al 100% dell’invalidità superiore o pari all’80%, problematiche risolte con precedenti leggi (art. 82 della legge 388/2000 – legge finanziaria 2001), vengono riproposte in modo surrettizio causando, grande disagio a molti familiari che debbono ricominciare
defatiganti iter per ottenere quanto dovuto;
-ad oggi non sono ancora state emesse dai maggiori enti pensionistici INPS e INPDAP circolari applicative valide ed idonee per dar luogo ai benefici pensionistici e fiscali previsti dalla legge. Inoltre sono state emanate disposizioni unilaterali in contrasto con le recenti prese di posizioni dei gruppi parlamentari che hanno espresso una mozione all’unanimità per chiedere al governo l’applicazione della Legge 206 così come disposto da reali interpretazioni, identificabili anche attraverso le decisioni adottate nelle Commissioni, rafforzate dall’accettazione del rappresentante del Governo avente effetto delegato definitivo per l’approvazione deliberante legislativa;
-quanto stabilito dalla legge riguardo alle esenzioni totali per gli oneri relativi a pagamento per usufruire dell’assistenza medica e farmaceutica, è stato interpretato in modo riduttivo limitando quanto previsto da precedenti leggi. Si arriva all’assurdo che ciascuna regione applica a sua discrezione la normativa al riguardo, con diversità di applicazione di esenzioni o meno verso le vittime.
-le commissioni mediche, preposte per analizzare il danno biologico e morale, di fatto non lo applicano lasciando lettera morta l’art. 6 esplicitamente previsto in proposito;
-il gratuito patrocinio previsto dall’articolo 10 non viene attuato;
-gli enti previdenziali, in assenza di istruzioni dai dicasteri competenti, non sono in grado di ottemperare al dispositivo di legge per l’applicazione dell’esenzione fiscale totale sulle pensioni;
-non è chiara la competenza in merito alle riliquidazioni delle pensioni e del tfr delle vittime civili del settore privato, già pensionate;
-l’art. 14 della legge stabilisce che tutte le domande devono essere evase entro quattro mesi: ad oggi solo parte dei benefici ha avuto applicazione, mentre un’altra parte è stata evasa attraverso l’invio agli Enti pensionistici che emanano una serie di circolari interpretative unilaterali, con tutte le limitazioni sopra evidenziate, oppure non rispondono neppure.
Queste annotazioni sono essenziali la tutela morale e sociale delle vittime, senza i quali gli aspetti commemorativi sono pura ipocrisia.

Nel ricordare, come ogni anno, i tanti caduti e feriti dell’odio politico e dei disegni eversivi, non ci sfugge come siano tuttora presenti alcuni segni di continuità tra le stagioni degli Anni Settanta e Ottanta e il tempo presente. Segni che impongono una vigile e costante attenzione.
Anche perché alla minaccia interna che si è sempre attuata identificando un preciso obiettivo, si è ora aggiunta quella internazionale che è indiscriminata e rivolta contro tutta la popolazione e i simboli della nostra civiltà.

La presente commemorazione si lega alla II giornata europea voluta dal Consiglio d’Europa proprio per “manifestare il cordoglio e allargare la solidarietà” ai cittadini colpiti da queste azione proditorie.
Da due anni si riconosce che, e citiamo dal documento istitutivo originale, “quando un cittadino dell’Europa è colpito dal terrorismo è l’intera comunità ad esserne colpita. Un attacco contro un cittadino della UE rappresenta un attacco contro l’Unione delle differenze e l’Unione delle minoranze all’interno della quale nessuna razza, nessun popolo o religione prevale sull’altro. Costituisce un attacco contro i principi della vita comune, che si basa sul rispetto dell’altro e sull’eguaglianza. Il terrorismo tenta di destabilizzare le società creando tensione, paura e panico attraverso la violenza perpetrata su cittadini innocenti.”
Come si vede la violenza che ci minaccia si nutre alle stesse fonti di quella che fu sconfitta negli Anni Settanta e Ottanta, ma allora non mancarono stati europei, in particolare la Francia, che guardarono con disimpegno ai fatti italiani; a questo disimpegno non furono estranei le simpatie di esponenti della cultura verso i delinquenti terroristi, al massimo li ritenevano persone che commettevano atti di violenza e di terrore per promuovere la propria ‘causa’. La posizione tacitamente assunta da questi paesi ebbe un suo peso sulla lotta al fenomeno eversivo.
Oggi l’Unione Europea riconosce che ‘nessun paese può da solo lottare contro il terrorismo’ e che questa lotta deve basarsi sull’assoluta supremazia del rispetto della legge e sull’impegno di tutti gli stati membri a collaborare formando una rete antiterroristica.

Per questi motivi ci sembra che la nostra riflessione non sia un esercizio di sola rievocazione di eventi lontani. Noi siamo i testimoni e le vittime di un fenomeno che purtroppo ha saputo trasformarsi e che richiede più che mai la consapevolezza, la solidarietà e l’impegno di tutti i cittadini.
Un impegno che ovviamente deve essere di tutte le istituzioni ad ogni livello e non può escludere i necessari coordinamenti all’interno dell’Unione Europea.

11 Marzo 2006

eu-gionata
Le inziative dell’anno scorso

 

In ottemperanza alle disposizioni nazionali relative alle norme da adottare per il contenimento del coronavirus si informa che la Segreteria operativa di Aiviter resterà chiusa sino al  31 marzo  2022

Durante il periodo di chiusura l’attività della nostra Associazione continuerà seppur a regime ridotto.

Per coloro che necessitano di contattarci per urgenze preghiamo indirizzare al nostro recapito mail  info@vittimeterrorismo.it  sinteticamente le richieste e segnalando anche un  contatto telefonico.