Click di piombo

Click di piombo

  • 9 Settembre 2008

Pubblicazione: 09-09-2008, STAMPA, TORINO, pag.67

Sezione: In citta’
Autore: BORGHESAN LUCIANO

A PALAZZO LASCARIS DA GIOVEDI’ AL 27 SETTEMBRE
Click di piombo
Una mostra per la prima Giornata mondiale contro il terrorismo

Quante sono le vittime dei terroristi? La scia di sangue si allunga con il ruotare della terra: piu’ morti che giorni. Solo in pochi attimi del 2001, 2974 caduti. A sette anni dalla strage delle Twin Towers, l’11 Settembre e’ stata scelta come data simbolo e giovedi’, in occasione della prima Giornata mondiale contro il terrorismo indetta dalla Conferenza internazionale, alle 17, a Palazzo Lascaris, in via Alfieri 15, verra’ inaugurata la mostra «Anni di PIOMBO. Le voci delle vittime per non dimenticare», promossa da Regione Piemonte, Comitato Resistenza e Costituzione e Associazione Vittime del terrorismo. Ventisette pannelli ricostruiscono attentati, assalti, omicidi e ferimenti che furono compiuti in Italia dal 1969 a oggi: 460 morti, 4550 feriti. Ma la rassegna fotografica svolge anche una panoramica sulle stragi compiute in Europa, nel Mediterraneo, nel mondo. «Per raggiungere il maggior numero di persone – hanno annunciato Davide Gariglio e Roberto Placido, presidente e vice del Consiglio regionale – la mostra sara’ itinerante, a disposizione delle scuole e delle istituzioni che ne faranno richiesta». L’Associazione italiana Vittime del terrorismo, che fu fondata a Torino dal compianto Maurizio Puddu, lui stesso ferito dalle Br, e da Giovanni Berardi, figlio del maresciallo Rosario ucciso dai brigatisti, partecipa attivamente a questa e altre manifestazioni, spiega Luca Guglielminetti, curatore della mostra. Dante Notaristefano, neopresidente dell’Associazione, ha denunciato che «dal Paese l’attenzione verso le vittime del terrorismo e’ minore rispetto a quella riservata ai terroristi», ha evidenziato l’inadeguatezza di leggi in favore di feriti, di orfani e vedove di uccisi perche’ «servi dello Stato». «Proviamo amarezza – ha aggiunto – dovendo continuare a digerire la presenza di terroristi opinionisti in tv e sui giornali o intenti a tenere lezioni all’universita’». Gariglio e Placido hanno riecheggiato quanto detto recentemente dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano: «In tutti questi anni, i media hanno dato piu’ spazio a chi ha combattuto il nostro sistema democratico che non a chi l’ha difeso rimettendoci la vita. La mostra e’ un atto concreto di quale rotta tenere». Notaristefano ha chiesto alla Regione di avere una sede per l’Associazione. Lo stesso neopresidente, per le Br, doveva morire. Era il 1977 e il terrorismo stava passando dalle azioni platoniche alle «esecuzioni». Il suo ricordo e’ fresco, ancor sofferto: «Avevo appena lasciato l’incarico di segretario cittadino della Dc, ero consigliere comunale a Torino ed ero segretario della Procura generale, la mattina del 20 aprile mi trovai di fronte una donna con una pistola, pensai a uno scherzo, ma ebbi la prontezza di riparami dietro la cartella in cui avevo riposto le delibere , e quel plico mi salvo’ la vita». Chi voleva la sua morte? «Nadia Ponti sparo’ per prima, e con lei Cristoforo Piancone, quello riarrestato per rapina, e Dante di Blasi: nessuno di loro mi ha mai cercato, tanto meno chiesto perdono. Noi vittime e la nostra Associazione non vogliamo vendette, ma il rispetto della legge».


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