COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA

  • 27 Marzo 2009

Renato Curcio, ex fondatore delle brigate rosse, ritorna a Milano per parlare ai giovani del Centro Sociale Conchetta

In un clima politico avvelenato da possibili scontri politici fra gruppi dell’estremismo neofascista e dalla parte opposta di giovani dei centri sociali antagonisti, Renato Curcio, fondatore delle Brigate rosse basate sull’ideologia della violenza e della lotta armata, ritorna a Milano per parlare il 5 aprile 2009 ai giovani antagonisti e disobbedienti del Centro Sociale Conchetta.
Questa volta l’ex terrorista, che da 15 anni gira l’Italia come editorialista, scrittore, intellettuale, politologo, psicologo, storico, economista, sindacalista, educatore, eroe romantico e attore si presenta ora nell’insolita veste di “filosofo”.
Si dirà che Renato Curcio e gli ex terroristi, in uno Stato democratico, hanno diritto di esprimere liberamente il loro pensiero politico, dopo avere regolato i conti con la giustizia, come ha affermato lo stesso Presidente della Repubblica nel discorso del 9 maggio 2008 che ampiamente condividiamo, aggiungendo che “hanno il diritto di reinserirsi nella società, ma con discrezione e misura e mai dimenticando le loro responsabilità morali, anche se non più penali, come non dovrebbero dimenticare le loro responsabilità morali tutti quanti abbiano contribuito a teorizzazioni aberranti e a campagne di odio e di violenza da cui sono scaturite le peggiori azioni terroristiche”.
L’Associazione Italiana Vittime del Terrorismo ritiene quindi che Renato Curcio sia libero di manifestare il proprio pensiero, ma non possa essere additato, come modello educativo alle nuove generazioni .
Non è certamente nostra intenzione imporre il silenzio o mettere ai terroristi il bavaglio, inteso come pena accessoria, o di vietare loro il diritto di parola.
Osserviamo, però, con tristezza e preoccupazione, che Curcio è oggi visto dai nuovi adepti della violenza e dello scontro politico, come un esempio da idolatrare e forse imitare. Non risulta, purtroppo, che il personaggio abbia ripudiato l’esperienza e i delitti delle Brigate rosse, anzi ha
la faccia tosta di dichiararsi “vittima del terrorismo di Stato”.
L’Associazione ricorda che non è lecito giustificare sangue e la violenza del passato neppure a coloro che dicevano di credere in un ideale politico e che hanno causato 489 vittime innocenti e migliaia di feriti, molti dei quali portano sulle proprie carni e nell’animo i segni indelebili della violenza patita. Non c’è nobiltà nell’assassinio.
L’ Associazione Italiana Vittime del Terrorismo esprime una ferma condanna e dolente protesta contro le “lezioni e la continua esposizione mediatica” di Curcio, che si presenta ai giovani, in veste di maestro di pensiero e che, in modo subdolo, intende fare rivivere la stagione dell’antagonismo armato, fomentando odio politico fra i giovani.
E questa sua frenesia di protagonismo, che offende “la memoria delle vittime”.

La presidenza AIVITER

 

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