Descrizione attentato:
Due persone tentarono una rapina per autofinanziare il proprio gruppo terroristico e a tal fine aggredirono Alessandro Floris -fattorino portavalori dell’Istituto Autonomo Case Popolari – che aveva prelevato in banca una ingente somma di denaro per conto dell’Ente. L’uomo cercò di bloccare i rapinatori in fuga aggrappandosi alla caviglia di uno di essi, che lo uccise, però, con un colpo di pistola. Grazie alla foto scattata da un passante, gli autori del fatto e un loro complice furono arrestati e, in seguito, condannati. Emergerà trattarsi di esponenti di spicco del gruppo terroristico “XXII Ottobre” che si era costituito a Genova nel 1969 e che qui era stato attivo fino al 1971, quando – a causa delle indagini sulla rapina ai danni di Floris e della conseguente individuazione di gran parte dei suoi militanti o fiancheggiatori – aveva finito per dissolversi aderendo ai “Gruppi di Azione Partigiana” (GAP) e più tardi alle “Brigate Rosse”. Per evidenziare il rilievo che l’omicidio di Floris ebbe per le organizzazioni terroristiche di estrema sinistra e la importanza rivestita per esse dagli arresti effettuati, è sufficiente ricordare che nel 1978 e nel 1974 le “Brigate Rosse” chiesero il rilascio degli arrestati come “parte” del “prezzo” per la liberazione dell’on. Aldo Moro e del magistrato Mario Sossi. Quest’ultimo peraltro era stato rapito dalle BR il 18 aprile 1974, specie per aver sostenuto l’accusa nel processo contro il gruppo “XXII Ottobre”. Al procuratore generale presso la Corte di Appello di Genova, Dott. Francesco Coco, la opposizione al rilascio degli arrestati costò poi la vita: le “Brigate Rosse” lo uccisero l’8 giugno 1976.