Skip to main content

Incontro a Torino per i 40 anni di AIVITER

Incontro a Torino per i 40 anni di AIVITER-Associazione Italiana Vittime del terrorismo

Una giornata della “memoria” tra “ieri” e “oggi” per ricordare ed informare, che ha ricevuto i messaggi di saluto dei Presidenti della Repubblica e del Senato

“Occorre conservare il ricordo, diffondere la conoscenza e fare in modo che anche le giovani generazioni facciano tesoro di quelle tragiche esperienze affinché non si ripetano mai più”. Questo è quanto si propone AIVITER-Associazione Italiana Vittime del terrorismo in occasione dei quarant’anni dalla sua nascita, con una giornata della “memoria” tra “ieri” e “oggi” per ricordare ed informare che si è svolta venerdì 24 ottobre a Palazzo Lascaris a Torino. L’incontro organizzato con la collaborazione della presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte ha ricevuto i messaggi di saluto dei Presidenti della Repubblica e del Senato. Sergio Mattarella ha elogiato l’Associazione: “L’impegno del Sodalizio nell’opera di sensibilizzazione rivolta ai giovani, in questi quattro decenni, è stato importante, supportando lo sviluppo di modelli di società basati sulla solidarietà, sul dialogo e sul rifiuto di ogni sopraffazione”. Uno “spirito di forte vicinanza” è stato espresso da Ignazio La Russa, assieme al “pensiero di gratitudine e riconoscenza”. Sono seguiti i saluti di del presidente del Consiglio Regionale del Piemonte Davide Nicco e della vice Sindaca Michela Favaro del Comune di Torino.

Dopo l’introduzione del presidente di AIVITER, Roberto Carlo Della Rocca, si sono svolti gli interventi di Miguel Gotor su “Una tragedia nazionale, Il partito armato e gli anni di piombo in Italia”, Roberto Arditti e Giovanni Fasanella su “Testimonianze delle vittime”, moderati da Luciano Borghesan. A conclusione della mattinata, la relazione del presidente sull’attività dell’Associazione negli ultimi 40 anni e sulle principali iniziative anche legislative in evidenza. Nel pomeriggio interventi di specialisti tra cui Letizia Bossini dell’Università di Siena “Il disturbo post traumatico da stress”, Giacomo Fassina “Le valutazioni-medico-legali delle invalidità delle vittime del terrorismo”, Vincenzo Marino, Andrea Bava e Fabio Pisani sulle criticità applicative del legislativo. È stato proiettato il documentario “Anni spietati, Torino” di Rai Educational. Il professor Gotor, tra l’altro, si è diffuso sui rapporti del terrorismo comunista con l’ala “massimalista e integralista” del PCI che considerava la svolta costituzionale del Partito un tradimento della Resistenza.  

AIVITER è l’Associazione di categoria più numerosa del settore a livello nazionale e tra le prime a livello europeo: attualmente conta oltre 550 iscritti, tutti vittime del terrorismo interno ed estero e loro familiari diretti. Fondata a marzo 1985 per mantenere la memoria e il ricordo di quanti, per ogni terrorismo, hanno perso la vita o l’hanno proseguita con gravissimi traumi, dal 2015 ha quale presidente Roberto Carlo Della Rocca, ferito gravemente dalle Br nel 1980 a Genova e promotore ed estensore – con il gruppo dei “volenterosi vittime del terrorismo di Genova”: il magistrato Mario Sossi, Sabina Rossa, figlia di Guido, e Alfredo Lamberti – della legge quadro 206 del 2004 “Nuove norme in favore delle Vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice”, di cui segue costantemente le successive modifiche migliorative e attuative. Ha contribuito a definire la costituzione dell’Osservatorio Nazionale per le Vittime del terrorismo, finalizzato alla cura e valutazione clinico-diagnostica del Disturbo Post-Traumatico da Stress (DPTS).

Verificato che allo stato non è disponibile il Censimento unico completo delle vittime del terrorismo AIVITER, con il contributo fondamentale della Fondazione Compagnia di San Paolo di Torino, ha voluto contribuire predisponendo un elenco cronologico completo dal 1961 a oggi delle vittime decedute italiane e straniere per atti terroristici in Italia e delle vittime italiane cadute all’Estero, uniformandosi alla disciplina nazionale vigente. L’elenco annovera come vittime del terrorismo per dette fattispecie 622 nominativi, per ciascuno dei quali è stata predisposta una scheda personale integrata della sigla dell’organizzazione terroristica responsabile dell’omicidio.

Nella sola Torino in sette anni, tra il 1975 e il 1982, furono uccise 21 persone e oltre 70 furono le vittime di tentati omicidi.

Complessivamente, in tutta la Nazione, nel periodo 1969-2003, dal Censimento AIVITER per atti di terrorismo interno sono stati conteggiati 365 morti (di cui 160 per stragi e oltre 200 per attentati individuali), migliaia di feriti e invalidati, innumerevoli attentati violenti dimostrativi.

Gli oltre 200 caduti per attentati individuali sono stati attribuiti: 169 al “terrorismo rosso” delle organizzazioni terroristiche di estrema sinistra eversiva (83 Brigate Rosse, 16 Prima Linea, i rimanenti attribuiti a formazioni terroristiche minori) e 37 al “terrorismo nero”, le organizzazioni di estrema destra eversiva (NAR, Ordine Nuovo). Il “terrorismo rosso” trova ben presto il suo principale protagonista nelle BR, con i primi sequestri dimostrativi di dirigenti aziendali nei primi anni ’70, nel 1974 – ad aprile con il rapimento del magistrato Mario Sossi, il primo attacco al “cuore dello Stato”, e a giugno a Padova nella sede provinciale  del M.S.I. di Padova  con il primo fatto di sangue, l’omicidio di Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci – e a seguire con numerosissimi attentati individuali, che hanno causato 83 morti e centinaia di feriti. Attentati mirati, effettuati da “clandestini”, veri e propri serial killer che colpirono soggetti assolutamente a loro estranei, che richiedevano grande preparazione, istruttorie e pedinamenti accurati. I 160 caduti censiti per stragi in terrorismo interno sono stati attribuiti, come giudizialmente accertato: 134 ad attentati di matrice fascista e i rimanenti 26 a stragi di matrice mafiosa.

Va notato che gli attentati individuali mortali sono stati più numerosi delle stragi. E che in Italia l’eversione di sinistra, con il concorso prevalente delle Brigate Rosse, è stata di gran lunga la maggiore e più pericolosa forza eversiva del secondo dopoguerra: per la larga adesione, per capacità organizzativa, per l’elaborazione teorica, per il vasto terreno culturale e politico dal quale sorse e si alimentò, per gli obiettivi che si pose.

“Siamo stati quarant’anni dalla parte delle vittime, troppe volte in salita, senza riuscire ad avere completa verità e giustizia”, dice Della Rocca: “Le indagini e i risultati processuali toccarono solo in parte migliaia di soggetti che, direttamente o indirettamente, avevano contribuito a disseminare odio e sangue per oltre un decennio. Troppo spesso abbiamo visto colpevoli di pluriomicidi scarcerati dopo pochissimi anni e troppi complici mai identificati e perseguiti: una grande amarezza ha segnato le vittime sopravvissute e i familiari dei caduti, non per desiderio di vendetta, ma di verità e giustizia”.

AIVITER, in quarant’anni di attività, tutta volontaria, ha continuato a battersi per far emergere le “verità”, per il riconoscimento del sacrificio e per avere giustizia. Si è costituita parte civile nel giudizio in corso presso il Tribunale di Torino contro i fondatori delle Brigate Rosse per accertarne la responsabilità nell’omicidio del carabiniere Giovanni D’Alfonso nel 1975 in Cascina Spiotta (Al). La richiesta di costituzione è stata inaspettatamente respinta dalla Corte. Ciò malgrado continua a perseguire ogni possibile iniziativa anche legale in ogni sede, affinché “giustizia sia compiuta”.  Nel procedimento pendente a Strasburgo presso CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’uomo), iniziato dai familiari dell’agente di polizia Michele Granato contro il rifiuto dello Stato francese all’estradizione di una dei 10 terroristi italiani condannata in via definitiva per l’omicidio dell’agente, è intervenuta come terza parte in giudizio, accettata dalla Corte Europea, depositando proprie memorie a supporto.

In particolare, AIVITER ritiene doveroso ricordare Liliach Lea Havron, Eviatar Moshe Kipnis e Nir Forti, le tre vittime con doppia cittadinanza italiana e israeliana riportate nel censimento dell’Associazione, uccise il 7 ottobre 2023 da Hamas nel terribile attentato. “AIVITER, che rappresenta il dolore di tanti concittadini che hanno patito, direttamente e non, a causa del terrorismo nel nostro Paese durante i cosiddetti anni di piombo e che negli ultimi 20 anni sono stati colpiti da quello jihadista”, dice il presidente, “è a loro vicina ed esprime la più sentita vicinanza anche alle famiglie dei caduti di ogni terrorismo e nazionalità oggi commemorati. Il terrorismo ha il solo terribile scopo di seminare panico, angoscia e morte tra persone inermi e innocenti, di ogni età e genere”.

Torino, 24 ottobre 2025

Quarantennale AIVITER comunicato stampa del 24-10-25