CASO FONTANA

CASO FONTANA

  • 25 Luglio 2004

Articolo e commento dell’Associazione.

CASO FONTANA

Da Libero del 24/9/2004
Terrorismo, revocata la carcerazione per Fontana.
“Milano. E’ di nuovo un uomo libero Germano Fontana arrestato venerdì scorso in Spagna dopo 25 anni di latitanza. Le accuse a carico dell’ex militante dei Pac, Proletari armati per il comunismo, sono infatti prescritte del 27 ottobre 2003. Per cui la Procura di Milano ha accolto la richiesta del difensore Franco Gandolfi revocando l’ordine di esecuzione della carcerazione emesso nel 1996 dopo che la condanna per associazione eversiva, rapina e traffico d’armi era diventata definitiva. La prescrizione è scattata perché considerando la condanna per il reato più grave, 7 anni, tutto si prescrive quando è passato il doppio del tempo, cioè 14 anni. E così dal 1979, epoca dei fatti, quando Fontana militava nei Pac con Cesare Battisti, ed è condannato a 8 anni e 2 mesi per banda armata, si arriva al 2003.”

Questa la cronaca di un giornale. Altri riportano altre notizie del caso, tra le quali quella che Fontana potrà tornare in Italia e muoversi all’estero come un qualsiasi cittadino.

Nostro commento sul caso della carcerazione di Germano Fontana, già terrorista.

Abbiamo appreso con disagio queste informazioni. Prendiamo atto delle legittime procedure e decisioni della magistratura, nonché dell’impegno di tutti gli apparati dello Stato, ma desideriamo pure osservare che purtroppo ci sono già stati casi analoghi di “rimessi in libertà” per decorrenza dei termini, o prescrizione, o mancanza di convenzioni fra Stati per assicurare alla Giustizia responsabili di reati di terrorismo. Ci domandiamo il perché di tutto questo. Mentre parecchi servitori dello Stato a vari livelli pagavano per il loro impegno con la morte o con l’invalidità, alcuni altri, invece, per omertà, incapacità e impreparazione non operavano oppure indirettamente “tradivano” con veri e vari “silenzi” che creavano di fatto situazioni di ritardo con conseguenze quali la prescrizione. Ci domandiamo perché non si fanno i nomi di chi ha “sbagliato” e di quelli che hanno obbedito a chi dava “ordini sbagliati”.
E’ ora di porre fine a talune segretazioni di Stato. Credo che le vittime del terrorismo e anche i cittadini italiani abbiano il diritto almeno di conoscere su questa materia ciò che sa lo Stato che tutti noi rappresenta.
Altri commenti sarebbero ancora da fare, ma preferiamo lasciar questi fatti e queste nostre considerazioni alla libera valutazione dei cittadini.

25 settembre 2004

Maurizio Puddu, presidente

 

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