Aldo Moro

    • Data e Luogo Attentato 16 Marzo 1978 - Roma (RM)
    • Nome Vittima Aldo Moro, Statista
    • Ad Opera Brigate Rosse
    • Luogo e Data di Nascita Maglie (LE), 23 Settembre 1916
    • Luogo e Data di Morte Roma (RM), 9 Maggio 1978

Descrizione attentato:

La strage di Via Fani e il sequestro Aldo Moro
 

Tra le ore 09:00 e le 09:05 del 16 marzo 1978 una Fiat 128 bianca con targa diplomatica falsa e con a bordo brigatisti, era appostata in Via Mario Fani nel quartiere Trionfale. Quando la Fiat 130 dell’On. Moro, guidata dall’Appuntato dei CC. Domenico Ricci con a fianco il Maresciallo Oreste Leonardi e l’Alfetta della scorta, guidata dall’Agente Francesco Zizzi con a bordo gli Agenti Giulio Rivera e Raffaele Iozzino imboccarono Via Fani, la Fiat 128 bianca si mise davanti alle due auto frenando improvvisamente. L’auto dei terroristi venne tamponata da quella dell’On. Moro, a sua volta tamponata dall’Alfetta della scorta. Diversi terroristi, travestiti da avieri, divisi in due gruppi, aprirono il fuoco sulle due auto, uccidendo i cinque tutori dell’ordine e rapirono il presidente della Democrazia Cristiana. I brigatisti riuscirono a dileguarsi nel traffico. Alle 10.15, telefonate ad organi di stampa di Roma, Milano, Torino e Genova rivendicarono: “Questa mattina abbiamo rapito il Presidente della Democrazia Cristiana e eliminato la sua scorta, le ‘teste di cuoio’ di Cossiga” (l’allora Ministro dell’Interno). La strage e il sequestro furono compiuti emblematicamente nel giorno in cui il Parlamento era chiamato a dibattere e votare la fiducia a un Governo di solidarietà nazionale appoggiato, per la prima volta dal 1947, dal Partito Comunista Italiano, per la costituzione del quale il presidente della DC si era fortemente impegnato. Nel loro “comunicato n. 2” le BR sottolinearono che così facendo il PCI e i sindacati “collaborazionisti” assumevano “il compito di funzionare da apparato poliziesco antioperaio, da delatori, da spie del regime. La cattura di Aldo Moro, al quale tutto lo schieramento borghese riconosce il maggior merito del raggiungimento di questo obiettivo, non ha fatto altro che mettere in macroscopica evidenza questa realtà …”. Il corso del sequestro fu scandito dalla diffusione di comunicati delle BR talora accompagnati da drammatiche lettere e appelli del Presidente della DC, talaltra dalla richiesta delle BR di scarcerare “militanti detenuti” quale prezzo della liberazione del sequestrato, talaltra ancora della commissione di altri omicidi, come quelli degli appartenenti al Corpo degli Agenti di Custodia, maresciallo Francesco Di Cataldo e l’agente Lorenzo Cutugno. Con il “comunicato n. 9” le BR, dopo aver “registrato” “il chiaro rifiuto della DC, del governo e dei complici che lo sostengono” allo “scambio di prigionieri politici”, annunciarono: “Concludiamo quindi la battaglia iniziata il 16 marzo eseguendo la sentenza a cui Aldo Moro è stato condannato”. Alle 14.00 del 9 maggio, a 55 giorni dal sequestro, il corpo dell’on. Aldo Moro venne fatto rinvenire all’interno di una Renault 4 rossa, in via Michelangelo Caetani, una strada che si trova a breve distanza dalle sedi della DC e del PCI Sulla strage, il sequestro e l’omicidio si aprirono più processi. Al loro esito vennero individuati e condannati esponenti delle BR che in vario modo avevano partecipato alla organizzazione e compimento dei gravissimi delitti. Di tali delitti si occuperanno a lungo anche le Commissioni parlamentari di inchiesta per approfondire ogni tipo di condotta o di situazione tenuta o verificatasi con riferimento alla terribile vicenda. Il 18 marzo, dopo i funerali degli uomini della scorta, le B.R. telefonano al quotidiano “Il Messaggero” e indicano una cabina telefonica in cui viene rinvenuto il “Comunicato n.1” con la foto di Aldo Moro e sullo sfondo la Stella a 5 punte delle Brigate Rosse. Nel comunicato si legge: “La sua scorta armata, composta da cinque agenti dei famigerati Corpi Speciali, è stata completamente annientata.” A Torino, durante il processo a Renato Curcio e ai capi storici della B.R., viene rivendicata la responsabilità politica del rapimento.
Le sentenze sul sito di Radio Radicale.


Biografia:

Si laureò giovanissimo in giurisprudenza presso l’Università di Bari ove, a soli 24 anni, ottenne prima l’incarico di docente di Filosofia del Diritto e, l’anno dopo, quello di docente di Diritto Penale. Divenne professore ordinario di Diritto Penale nel 1951 e dal 1963 fu titolare della cattedra di Istituzioni di Diritto e Procedura penale presso la facoltà di Scienze Politiche della Università “La Sapienza” di Roma. Nel 1939 fu presidente della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI) e, nel 1945, fu presidente del Movimento dei laureati dell’Azione Cattolica e direttore della rivista “Studium”. Nel 1946, venne eletto all’Assemblea Costituente. Fece parte della “Commissione dei 75” (incaricata di redigere il testo costituzionale) e fu relatore per la parte riguardante “I diritti dell’uomo e del cittadino”. Fu anche vicepresidente del gruppo della Democrazia Cristiana all’assemblea. Vicepresidente della Democrazia Cristiana venne eletto deputato nel 1948 e fu nominato Sottosegretario agli Esteri nel quinto gabinetto De Gasperi. Nel 1955 fu Ministro di Grazia e Giustizia; nel 1957 e nel 1958, Ministro della Pubblica Istruzione. L’on. Moro fu Segretario nazionale della D.C. dal 1959. Nel dicembre 1963, costituì il suo primo governo rimanendo in carica fino al giugno 1968, alla guida di tre successivi governi. Dopo essere stato Ministro per gli Affari Esteri dal 1970 al 1974, tornò alla Presidenza del Consiglio alla fine dello stesso anno presiedendo altri due governi. Nell’ottobre del 1976 fu eletto presidente della D.C. In tale ruolo svolse una fondamentale attività per favorire un governo che includesse anche il Partito Comunista Italiano sia pure - in quella fase - senza ministri.

Status Processuale:

Dopo tre processi, è accertato che a condurre la Renault in via Caetani con il corpo di Aldo Moro sono i brigatisti Mario Moretti, Prospero Gallinari, Valerio Morucci e Bruno Seghetti. Durante il sequestro Moretti, Morucci, Anna Laura Braghetti e Germano Maccari si sarebbero alternati nella sua vigilanza. Sono 4 i processi principali del caso Moro. Il primo, che unificava i Moro-uno e Moro-bis, si è concluso in Cassazione (22 ergastoli) nel novembre 1985, il Moro-ter si è concluso nel maggio 1993 (20 ergastoli), il Moro-quater a maggio 1997 con la condanna definitiva all'ergastolo per Lojacono, il Moro-quinquies si è concluso in due tempi (nel 1999 e nel 2000) con le condanne di Raimondo Etro e Germano Maccari.

 

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