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Tag Vittima: P

Settimio Passamonti

Nel pomeriggio del 21 aprile 1977, nei pressi della città universitaria, alcuni giovani appartenenti all’area della “Autonomia” aggredirono le forze di Polizia che, al mattino, avevano realizzato lo sgombero della Università di Roma da essi occupata. Il gruppo di dimostranti fece uso di bottiglie incendiarie ed esplose colpi di arma da fuoco. Due di questi ferirono a morte l’allievo sottufficiale Settimio Passamonti, componente dei reparti intervenuti per impedire che la manifestazione degenerasse ulteriormente. Rimasero feriti – anche gravemente – altri agenti di polizia, carabinieri e passanti.
Il giorno successivo il governo vietò tutte le manifestazioni nel Lazio per un mese ed il Ministro dell’Interno Francesco Cossiga annunciò il provvedimento alla stampa dichiarando: “Deve finire il tempo dei figli dei contadini meridionali uccisi dai figli della borghesia romana”.
Le indagini non portarono alla identificazione dei responsabili e l’assassinio del giovane rimase impunito.

Enrico Pedenovi

L’avvocato Enrico Pedenovi, consigliere provinciale e membro del Comitato Centrale del Movimento Sociale Italiano, fu ucciso, mentre stava salendo sulla sua auto, con colpi di arma da fuoco sparati da appartenenti alla organizzazione terroristica di estrema sinistra “Prima Linea”. Nel pomeriggio avrebbe dovuto partecipare alla cerimonia commemorativa dell’omicidio di Sergio Ramelli, un giovane appartenente al “Fronte della gioventù” ucciso l’anno precedente da militanti di“Avanguardia operaia”, organizzazione della sinistra rivoluzionaria. Riferimenti all’avv. Pedenovi erano stati inseriti tempo prima in un articolo del giornale “Lotta Continua” contenente nomi e abitudini di numerosi esponenti della destra milanese. Gli autori del fatto saranno individuati e condannati.

Prisco Palumbo

Mentre era in servizio di scorta a un dirigente dell’antiterrorismo, la guardia Prisco Palumbo venne raggiunto da una raffica di mitra sparatagli da terroristi appartenenti ai “Nuclei Armati Proletari” (NAP), organizzazione di estrema sinistra che, dopo aver svolto attività criminose autonome, sarebbe poi confluita nelle “Brigate Rosse”. Nell’agguato, il dirigente dell’antiterrorismo e un altro agente rimasero feriti; uno dei terroristi perse la vita.

Vittorio Padovani

La perquisizione insanguinata
 
Durante una perquisizione domiciliare effettuata per procedere all’arresto di Walter Alasia, un appartenente al gruppo terroristico “Brigate Rosse” quest’ultimo esplose colpi d’arma da fuoco che colpirono mortalmente il Vice Questore Vittorio Padovani e il Maresciallo Sergio Bazzega. I due, pur essendo in condizione di rispondere al fuoco, non fecero uso delle armi in dotazione per non colpire i genitori del terrorista venutisi a trovare nello specchio di tiro. Il terrorista – nel cui nome le “Brigate Rosse” avrebbero successivamente compiuto altri delitti – fu a sua volta colpito a morte nel tentativo di fuga dalla sua abitazione. In questa, furono rinvenute armi, ciclostilati, nomi e indicazioni su altri militanti dell’organizzazione e sulle sue possibili vittime.

Franco Petrucci

La strage di Malga Sasso
 

Alle 11.15 del 9 settembre 1966, una bomba ad alto potenziale devastò la casermetta della Guardia di Finanza di Malga Sasso. Tre militari persero la vita. Due morirono sul colpo e il terzo, il successivo 23 settembre. Altri quattro militari rimasero feriti. Autori della strage – da iscriversi tra quelle riferibili al terrorismo sud-tirolese -furono individuati e condannati.